martedì 24 ottobre 2023
Con i suoi 34 anni è l'allenatore più giovane in circolazione in Europa e con il suo Nizza imbattuto e secondo in Ligue1 sta stupendo tutti, tranne il suo maestro, il tecnico italiano del Brighton
Il tecnico italiano del Nizza imbattuto in Ligue1: Francesco Farioli, 34 anni, già finito sui taccuini dei top club europei

Il tecnico italiano del Nizza imbattuto in Ligue1: Francesco Farioli, 34 anni, già finito sui taccuini dei top club europei

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Il 34enne lucchese guida il sorprendente Nizza, 2° e imbattuto in Ligue1. Non ha mai allenato in A ma è già finito nel taccuino di molti top club In Francia c’è un giovane italiano, Francesco Farioli, lucchese di Barga, che sta diventando più famoso di Paolo Conte: il suo Nizza imbattuto dopo 9 giornate le canta e le suona a tutti in Ligue1. Come il pescarese Marco Verratti, Farioli è arrivato nella massima serie francese senza mai passare dalla nostra Serie A.

Come Verratti, mai una stagione in Serie A

Verratti se ne è anche andato dal Paris Saint Germain, attratto dalle sirene saudite – gioca nell’Al-Arabi Sports Club - mentre l’altro italiano, Farioli, è appena sbarcato a Nizza, proveniente dalla Turchia. Con i suoi 34 anni è il più giovane allenatore in circolazione nei maggiori campionati del vecchio continente e alle spalle vanta già un curriculum da veterano. Come Josè Mourinho, Farioli è stato un semplice calciatore dilettante, nato e cresciuto nel prolifico vivaio pistoiese del Margine Coperta dove, fino al 2008, giocava da portiere. Poi gli inizi precocissimi da vice alla Fortis Juventus in D e le proficue collaborazioni tecniche, dalla Lucchese fino all’Under 17 del Qatar.

Laureato in Filosofia prima che a Coverciano

Nel frattempo prima di prendere il patentino da allenatore si è laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Firenze. Tesi sul calcio, titolo: Filosofia del gioco: l'estetica del calcio e il ruolo del portiere. Un trattato, che sarebbe tanto piaciuto al grande “Filosofo” del Cagliari dello scudetto del ‘70, Manlio Scopigno, che si può consultare nella biblioteca di Coverciano. Insomma, c’è poco da fare, direbbe il tosco presidente dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri, Farioli è un “baby prodigio” della panchina. Dopo la laurea, il master lo ha conseguito sul campo entrando nella nuova scuola di pensiero tattico di Roberto De Zerbi che gli affida la preparazione dei portieri del Benevento e poi del Sassuolo.

Il lancio nel campionato turco, sulla scia di Puppo

Farioli osserva ben al di là dell’area piccola dei suoi allievi tra i pali, impara in fretta il “dezerbismo” e se lo porta nella sacca con cui vola all’Alanyaspor, come viceallenatore del club turco. L’anno dopo debutta alla guida della compagine neopromossa di Istanbul, il Fatih Karagümrük e così a 31 anni stabilisce il suo primo record: lì dove nei primi anni ‘50 fu pioniere mister Sandro Puppo (l’unico ct italiano della Turchia prima di Vincenzo Montella) Farioli diventa il tecnico nostrano più giovane della storia in un campionato europeo. Al Karagümrük quando chiude la stagione all’8° posto vorrebbero blindarlo, ma sa che gli imprevisti nel calcio sono sempre dietro l’angolo e nella stagione seguente dopo tre sconfitte di fila dà le dimissioni. All’Alanyaspor prendono la palla al balzo, lo richiamano e con “Farioball” si piazzano al 10° posto. In giro tutti sanno che il ragazzo della Valdinievole è il mister del futuro e i primi a crederci sono i dirigenti del Nizza che adesso si ritrovano a lottare per il titolo (secondi a un punto dietro al Monaco). Il giovane Farioli ha appena vinto il derby italiano, sconfitto l’Olimpique Marsiglia di Rino Gattuso. Il “vecchio” Ringhio, perché a 45 anni arriva in Francia da mister consumato della panchina: una serie di annate in chiaroscuro trascorse tra Milan, Napoli, Valencia e perfino un campionato mai cominciato dopo essere stato scelto dalla Fiorentina dello zio d’America Commisso.

Il modello Nizza come il Brighton di De Zerbi e i mister under 40 in ascesa

Il Nizza di Farioli è già un cult per l’Equipe che lo osanna come il “De Zerbi di Francia”, che a sua volta, il maestro condottiero del Brighton, secondo il pluripremiato Pep Guardiola (guru del Manchester City) «è il miglior emergente del mondo». Nizza ormai è “Farioliland” e la sua filosofia concreta in 9 partite di Ligue1 ha prodotto 5 vittorie e 4 pareggi. Tutti giurano che il prossimo anno arriverà finalmente in un club di A, dove troverà qualche quasi coscritto ad aspettarlo, anch’esso già pronto per il salto in una grande. È il caso di Raffaele Palladino che al secondo anno al Monza conferma di essere un potenziale “Sacchi” del terzo millennio”, almeno quanto a scommessa vinta dai suoi talent scout Silvio Berlusconi e Adriano Galliani che lo hanno promosso alla prima squadra direttamente dalla Primavera brianzola. Mourinho lo ha sfottuto per la “piangina” dopo Roma-Monza 1-0, ma forse il mago di Setùbal non ricorda le lacrime di coccodrillo spruzzate su tutti i campi d’Europa quando aveva l’età di Palladino che, come Farioli, appartiene di diritto alla categoria baby d’oro della panca. Palladino è un classe 1984, due anni più giovane dell’oriundo Thiago Motta che è partito anche lui cinque anni fa dalla Francia, under 19 del Paris Saint Germain e dopo la gavetta al Genoa e allo Spezia ora sta dando lezioni di calcio nella dotta Bologna. Sotto le Torri i tifosi rossoblù sanno che se il Bologna finirà il campionato nella posizione attuale, 8° posto, è quasi inevitabile che non ci sarà un terzo anno da buondì Motta.

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