martedì 15 ottobre 2019
La canzone, registrata due anni fa, sarà sul mercato da venerdì insieme a 14 testi tra i più significativi della sua carriera. Il manager del cantante: non ci sono più suoi lavori da proporre
Franco Battiato (Roberto Pagliani, Ufficio stampa)

Franco Battiato (Roberto Pagliani, Ufficio stampa)

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Torneremo ancora. Un titolo più che mai profetico, per Franco Battiato. È il suo nuovo e ultimo brano, scritto più di due anni fa, all’insorgere di quel malessere che ne ha oscurato la presenza pubblica proprio due anni fa esatti. Complice anche la seconda frattura in poco tempo che mise la parola fine ai suoi concerti e a ogni sua epifania.

Ma Torneremo ancora guarda oltre, verticalmente punta a quella dimensione ulteriore che lo stesso Battiato così spiega: «Da anni ho lavorato sulla conoscenza del mistero insondabile del passaggio. Da La porta dello spavento supremo a Le nostre anime sino al documentario Attraversando il Bardo. Il brano Torneremo ancora ne è una ulteriore testimonianza».

Un nuovo e ancor più significativo approdo all’essenza di una dimensione umana più spirituale: quella “compassione” che per Battiato è la fondamentale tappa per emanciparci dalla quotidiana schiavitù dell’Ego, come ha inteso sottolineare nel suo intenso ma un po’ dimenticato dvd di qualche anno fa Attraversando il Bardo.

In cd e doppio Lp esce dunque venerdì 18 ottobre questo nuovo gioiello del cantautore siciliano, pubblicato da Sony Music Legacy. Un inedito, scritto e composto da Battiato con lo storico compagno di viaggio artistico e spirituale Juri Camisasca, che dà il titolo all’intero progetto che comprende anche quattordici tra i brani più significativi della sua carriera (da Povera Patria a La cura, da E ti vengo a cercare a I treni di Tozeur), registrati durante le prove dei suoi ultimi concerti, nel 2017, con la Royal Philharmonic Concert Orchestra, diretta da Carlo Guaitoli, antico sodale musicale di Battiato.

Come il fedele ingegnere del suono Pino “Pinaxa” Pischetola che ieri, alla presentazione a Milano, ha spiegato il dietro le quinte dell’album. «Avevamo registrato la voce di Franco poco più di due anni fa e poi sulla sua stessa partitura è intervenuta la Royal Philarmonic Concert Orchestra, con il suo tipico timbro e colore che caratterizza l’intero l’album. Quando Battiato ha sentito l’esito finale si è molto commosso». E sulla sua malattia così dice “Pinaxa”: «In questi anni ne abbiamo sentite di tutti i colori, ma l’unica cosa giusta è lasciarlo in pace. Non abbiamo mai voluto rispondere per non alimentare polemiche. Questo è assolutamente un disco ufficiale di Franco».

Eppure qualche giorno fa il sito Fanpage aveva pubblicato un’intervista quantomeno di cattivo gusto a Roberto Ferri, musicista e autore (vincitore di Sanremo ’83 con Sarà quel che sarà di Tiziana Rivale), che con Battiato aveva avuto modo di collaborare qualche volta aprendo anche due suoi tour. L’intervista si apriva con le parole: «Cercano di tenere in vita qualcosa che è già morto». Rivelando anche la fantomatica esistenza di un brano scritto insieme, intitolato Io non sono più io.

«Franco non sta sufficientemente bene per essere qui oggi – ha cercato di chiarire Pischetola –, ma non posso nemmeno dire che sta male, se non altro perché l’ho sentito al telefono e mi dice che sta bene. L’album lo abbiamo sistemato a casa sua, nell’home studio che ha allestito da parecchi anni. Da amico posso dire che abbiamo letto di tutto, senza poter commentare. Quanto a Roberto Ferri, non userei il termine “collaboratore” di Franco Battiato. Perlomeno, io lavoro con Battiato da più di vent’anni e non mi risulta».

Il brano di cui ha parlato Ferri comunque esisterebbe, come conferma il manager del cantautore siciliano, Francesco Cattini. «Ma era stato pensato per un altro artista. Torneremo ancora, invece, nasce su impulso di Caterina Caselli, che ci aveva chiesto un pezzo per Andrea Bocelli che poi però non lo ha utilizzato. Quindi, siccome quello che Franco incide non rimane in un cassetto ma finisce su disco, eccolo ora. La voce è stata registrata nel 2017, gli archi sono stati incisi dall’orchestra londinese nel maggio di quest’anno con Carlo Guaitoli a dirigere, come nel tour».

Tra le più prestigiose al mondo, la Royal Philharmonic Concert Orchestra ha collaborato con vere icone della cultura pop – da Burt Bacharach a Henry Mancini e Stevie Wonder – e nomi illustri della musica lirica, come José Carreras e Luciano Pavarotti. «Con Franco decidemmo di programmare un breve tour estivo con l’Orchestra nel giugno 2017 e il calendario dei cinque concerti fu presto completato – ricorda Cattini –. Eravamo animati dal desiderio di proporre un concerto con contenuti inediti, che celebrasse anche il trittico cinematografico (Perduto amor, Musikanten e Niente è come sembra) di Battiato».

«Torneremo ancora – svela invece il co-autore Juri Camisasca – nasce dalla consapevolezza che tutti noi siamo esseri spirituali in cammino verso la liberazione. La trasmigrazione delle anime in transito verso la purificazione è l’idea di base che ispira questa canzone… Nel contesto del brano, la migrazione non va interpretata nell’ottica delle problematiche politiche. Migrante è ogni essere senziente chiamato a spostare la propria attenzione verso Cieli Nuovi e Terre Nuove, piani spirituali che sono dimore di molteplici stati di coscienza e che ogni essere raggiunge in base al proprio grado di evoluzione interiore».

E mentre molti fan di Battiato sui social invocano quel rispetto che non sempre in questi due anni di silenzio è stato dimostrato, il suo manager avverte: «Questo di Franco sarà il suo ultimo brano, non abbiamo più suo materiale».

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