martedì 31 luglio 2012
Martedì 31 luglio a Reggio Calabria eccezionale concerto del direttore d'orchestra che, gratuitamente, guiderà l'ensemble.
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«Sarà un nuovo sbarco dei Mille. Questa volta al contrario. Perché partirà dalla Calabria. E vedrà mille ragazzi, armati dei loro strumenti musicali, marciare verso una nuova terra della cultura e della legalità». Riccardo Muti spiega così quello che definisce «un avvenimento certo culturale, ma soprattutto etico, sociale e politico». Il direttore d’orchestra questa sera sarà sulla piazza d’armi della Scuola allievi dei Carabinieri di Reggio Calabria per dirigere in un grande concerto i ragazzi delle bande giovanili della regione. Prima, con 270 di loro, affronterà le sinfonie di Nabucco, Forza del destino e Norma. Poi dirigerà mille ragazzi nell’Inno di Mameli. «Un vero e proprio esercito formato mettendo insieme i ragazzi delle molte bande giovanili che in Calabria si sono formate dopo che nel 2008 ho portato al Ravenna festival i giovani musicisti della banda di Delianuova».Maestro Muti, ma chi glielo fa fare, con tutte le soddisfazioni e i successi della sua carriera, di sbarcare tre giorni in Calabria interrompendo le vacanze per fare musica con un gruppo di ragazzi?Per me è un impegno civile irrinunciabile: alla mia età non dirigo più per l’applauso o per rincorrere il successo, ma posso permettermi di dedicarmi a progetti che mi stanno a cuore. Lavorare con i ragazzi delle bande calabresi è fonte di energia e di speranza. Sentendomi profondamente italiano credo nelle risorse del nostro paese e mi adiro quando personaggi non italiani ci indicano la strada da seguire: abbiamo grandi talenti a disposizione e penso che i giovani siano la risorsa su cui investire per far ripartire il paese. La disciplina e l’entusiasmo che ho visto durante le prove sono un chiaro segnale.Significativo che questo riscatto parta dalla Calabria, terra della ’ndrangheta. Ma la musica cosa può fare per contrastare violenza e illegalità?La musica aiuta a costruire una strada per un futuro diverso, educa alla bellezza e all’armonia. Suonare insieme, poi, è una scuola fondamentale per imparare le regole del vivere civile. Nella grande orchestra che stasera dirigerò a Reggio Calabria siedono fianco a fianco ragazzi che appartengono a famiglie in lotta tra loro: sono certo che imparando a convivere tra i leggii delle bande un domani questi ragazzi non si odieranno e, anzi, insegneranno ai loro genitori a fare la pace. Un segnale per la Calabria, ma per tutta l’Italia e per tutte quelle regioni che, credendosi più civili e progredite, non sono riuscite a mettere insieme un avvenimento del genere.Il concerto sarà anche un altro dei suoi appelli in difesa del nostro patrimonio culturale.Certo perché non è vero che i ragazzi sono disinteressati alla musica: occorre orientarli nella maniera giusta, educarli e guidarli con mano salda. Ho scelto pagine difficili, di Verdi e Bellini: non pretendo di regalare esecuzioni storiche, ma ancora una volta, facendo suonare a giovani le grandi pagine del nostro repertorio, voglio dire che l’Italia ha un patrimonio da difendere. E in questo patrimonio sono comprese le bande che negli ultimi anni hanno vissuto momenti di precarietà, ma che ora vengono nuovamente considerate fondamentali veicoli culturali che trasmettono il nostro patrimonio di generazione in generazione. Cosa porterà a casa da questo incontro con i mille ragazzi calabri?La soddisfazione di aver visto durante le prove una grande velocità di apprendimento dei segreti del nostro repertorio musicale. E non ho fatto sconti, ho lavorato come faccio sempre, ma in un batter d’occhio ho ottenuto da loro cose che altre volte ho faticato a spiegare a orchestre blasonate. E questo dice che l’Italia è davvero il paese della musica anche se per troppi anni i nostri governanti se ne sono dimenticati.Prima le sinfonie di tre opere liriche, il Nabucco e La forza del destino  di Giuseppe Verdi e la Norma di Vincenzo Bellini, pagine provate e riprovate senza battere ciglio negli ultimi tre giorni dai 270 ragazzi chiamati a far parte di questa orchestra singolare: un esercito di giovani musicisti scelti tra i mille componenti delle oltre 40 bande giovanili calabresi. Ma poi, alla fine della serata, Riccardo Muti dirigerà una banda di mille persone perché ai 270 "orchestrali" – i più piccoli, a volte alle prese con strumenti più grandi di loro, hanno 8 anni – si uniranno 700 loro amici seduti in platea. E le note saranno quelle dell’Inno di Mameli che i ragazzi dei complessi della Calabria sanno a memoria, che suonano con le loro trombe, i loro clarinetti, i loro flicorni e i loro bombardini quando prestano servizio alla sfilata del 2 giugno o sul campo prima di una partita di calcio della squadra locale. Stasera saranno tutti schierati nella piazza d’armi della Scuola allievi dei Carabinieri di Reggio Calabria, tutti agli ordini della bacchetta di Muti, per un concerto voluto dal direttore d’orchestra che, di ritorno da Israele e prima di volare a Salisburgo, ha ritagliato tre giorni nella sua fitta agenda per lavorare – gratuitamente – con i ragazzi che aveva incontrato proprio in Calabria nel 2006. In tournée con la sua Orchestra giovanile Luigi Cherubini venne invitato da Eduardo Lamberti Castronuovo – allora semplice appassionato di musica, oggi assessore alla Cultura e alla Legalità della Provincia di Reggio Calabria – ad ascoltare i giovani della banda di Delianuova. Muti rimase incantato dalla disciplina e dall’amore per la musica dimostrato dai ragazzi tanto che due anni dopo li volle al suo Ravenna festival con la promessa di dirigerli un giorno nella loro terra. Promessa mantenuta. Muti stasera li guiderà nelle pagine sinfoniche che molte volte ha diretto con la Filarmonica della Scala, i Wiener o la Chicago symphony orchestra. Prima, però, sarà in platea, ad ascoltare i ragazzi che, diretti dai loro maestri, saranno alle prese con classiche pagine del repertorio bandistico: l’omaggio ai Carabinieri con la loro Fedelissima, il preludio della Carmen di Bizet e la Cavalleria leggera di Suppé. Ma sul leggio ci sarà anche la Marcia sinfonica Omaggio a Muti che Roberto Caridi ha composto per l’occasione regalando la partitura al maestro. Platea di settemila persone (ingresso gratuito) con le telecamere di Rai uno che riprenderanno il concerto per trasmetterlo il 6 agosto in seconda serata.
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