venerdì 28 febbraio 2025
Un bene tanto scarso quanto necessario al centro della seconda edizione di Soul. Il via il 19 marzo con David Grossman; fra gli ospiti, Tolentino de Mendonça
Dall’io al noi: con Soul a Milano 90 voci per dire fiducia

-

COMMENTA E CONDIVIDI

Una grande “alleanza” di intelligenze, saperi, passioni, storie. E spiritualità. Per passare dalla dittatura dell’io alla trama del noi. Ed esplorare le vie per la rigenerazione e la condivisione di un bene tanto scarso, oggi, quanto necessario alla vita, e alla vita comune: la fiducia. Ecco la sfida che anima la seconda edizione di Soul, il “Festival di Spiritualità” promosso dall’Università Cattolica e dall’arcidiocesi di Milano, con il patrocinio del Comune, che dal 19 al 23 marzo sul tema Fiducia, la trama del noi offre una lettura transdisciplinare di questo prezioso “bene relazionale” grazie al contributo di una novantina di personalità fra scrittori, teologi, scienziati, filosofi, musicisti, giornalisti e intellettuali. Oltre sessanta gli eventi proposti (per partecipare ai quali è necessaria la prenotazione sul sito www.soulfestival.it dov’è pubblicato il programma completo).

Mercoledì 19 marzo alle 18 nell’Aula magna della Cattolica inaugura il festival l’incontro dal titolo “La fiducia fragile”: lo scrittore israeliano David Grossman – in conversazione con Alessandro Zaccuri, direttore della Comunicazione dell’ateneo, alla presenza del rettore Elena Beccalli – aiuterà a capire come custodire e promuovere fiducia dentro gli scenari di conflitto più crudeli e laceranti. Stesso giorno alle 21,30 al Teatro Franco Parenti, ecco il reading di Luigi Lo Cascio dedicato al capolavoro di Cormac McCarthy La strada. Così la giornata d’apertura del festival: che si concluderà domenica 23 marzo alle 21 nella Basilica di San Nazaro in Brolo con il reading “Se qualcuno è molto piccolo, venga a me” tratto dalla Storia di un’anima di santa Teresa di Lisieux. In mezzo, come detto, oltre sessanta eventi – a comporre il palinsesto ideato dal comitato curatoriale, formato da monsignor Luca Bressan, Armando Buonaiuto, Valeria Cantoni Mamiani e Aurelio Mottola – fra lezioni e dialoghi, spettacoli e concerti, performance, laboratori esperienziali e iniziative per le scuole.

Nell’agenda dell’edizione 2025, le “cene monastiche” al Refettorio Ambrosiano (la mensa solidale aperta da Caritas Ambrosiana alla periferia di Milano dieci anni fa, in occasione di Expo 2015) che consentiranno di condividere nutrimento fisico e spirituale assieme a “commensali” come il poeta e cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione (21 marzo) e lo scrittore don Paolo Alliata (22 marzo). Domenica 23 alle 6,30 ecco l’incontro “Viene l’aurora”: sulle Terrazze del Duomo si potrà vivere un’occasione di silenzio, ascolto e spiritualità, curata dal monaco di Bose Luciano Manicardi, con la meditazione offerta dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, accompagnato dalle letture di Lucia Limonta e dal violoncello di Issei Watanabe. Particolari “esercizi spirituali mattutini” si terranno al Castello Sforzesco col funambolo Andrea Loreni. La Sagrestia di Santa Maria delle Grazie ospiterà un ciclo d’incontri dedicato ai “Maestri di fiducia” Etty Hillesum, don Lorenzo Milani, Raimon Panikkar e Jiddu Krishnamurti (presentati rispettivamente da don Paolo Alliata, Eraldo Affinati, Romano Madera e Maia Cornacchia).

Dalla letteratura alla scienza, dall’economia alla filosofia, abbracciando diverse tradizioni religiose e spirituali, e col contributo delle arti visive e del teatro: così il festival si fa incontro alla città quale occasione per dare risposta a «quella sete di spiritualità che è viva a Milano», ha detto il rettore della Cattolica, Beccalli intervenendo alla presentazione di Soul, ieri a Palazzo Marino, sede del Comune. «Milano è una città perché ha un’anima, la fiducia. Con questo festival cerchiamo le ragioni profonde del nostro convivere, che ci salvano dal rischio di quella solitudine che è l’epidemia che affligge la città», ha affermato l’arcivescovo Delpini. L’assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi ha sottolineato, dal canto suo, come il festival anche in questa seconda edizione abbia saputo coinvolgere luoghi e storie molteplici del capoluogo lombardo: dalla Cattedrale all’Accademia di Brera, dal Memoriale della Shoah al Castello Sforzesco, dalla Fondazione Feltrinelli al Museo Diocesano. Fino al carcere di San Vittore, dove nel pomeriggio di sabato 22 marzo il cardinale Tolentino de Mendonça condividerà con i detenuti l’evento “Semi invece di crepuscoli”, dopo averlo portato, quella stessa mattina, al Piccolo Teatro Studio Melato.

Di scienza, mass media e del “virus della sfiducia” si parlerà giovedì 20 alle 17,30 nell’Auditorium di Humanitas University con l’immunologo Alberto Mantovani e il divulgatore scientifico David Quammen. Sulle nuove tecnologie, la società digitale e la “bolla diabolica dell’algoritmo” si confronteranno il filosofo e psicoanalista Miguel Benasayag e il filosofo Mark Hunyadi, sabato 22 alle 14,30 al Museo Diocesano. Stessa sede giovedì 20 alle 18 per parlare di fiducia ed economia con la sociologa Ivana Pais e l’economista Luigino Bruni. Di fiducia, autorità e potere parleranno – venerdì 21 alle 18 a Palazzo Edison – la giurista Marta Cartabia e il sociologo Mauro Magatti. Domenica 23 alle 11 la Triennale ospiterà l’incontro “Figli di Abramo, quindi fratelli”, con il vescovo Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia Meridionale, il docente di teologia islamica Adnane Mokrani e il rabbino David Sciunnach a presentare l’esperienza della Abrahamic Family House di Abu Dhabi. Ma da Massimo Cacciari a Carlo Ossola, da Nando Pagnoncelli a Silvano Petrosino, da Pierangelo Sequeri ad Antonio Spadaro a Teresa Bartolomei, sono numerosi altri i “compagni di viaggio” di questo esodo dalla dittatura dell’io alla trama del noi. Voci e volti per rispondere alla sete di fiducia del nostro tempo.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: