
Il direttore artistico Carlo Conti, con Gerry Scotti e Antonella Clerici - ANSA
«La musica è come la vita, si fa solo in un modo, insieme». Carlo Conti ama ripetere la frase che disse sul palco del Festival 2016 Ezio Bosso, il grande maestro affetto da una malattia neurodegenerativa scomparso nel 2020. Saranno proprio le sue parole e le note di Unconditioned. Following a bird, che Bosso eseguì qui commuovendo l’Italia, ad aprire questa sera all’Ariston il sipario della 75ma edizione del festival di Sanremo che si concluderà il 15 febbraio. «Delle mie tre edizioni (2015-2017, ndr) – ha spiegato nella prima conferenza stampa sanremese il direttore artistico - ci sono un paio di momenti che porto nel cuore: quando ho ospitato Sammy Basso e quando ho avuto la fortuna di ospitare e di far conoscere un maestro come Ezio Bosso: inizierò il festival con Ezio, con il suo brano eseguito qui, rielaborato con l’orchestra diretta dal maestro Pirazzoli, e con le sue parole che mi hanno ispirato. Per questo ho deciso di cambiare ogni sera compagni di viaggio», sottolinea introducendo in sala stampa i primi due, Antonella Clerici e Gerry Scotti.
C’è bisogno di unione e serenità, in questi tempi bui, ed anche un evento fiume come Sanremo, può essere utile. Lo dimostra l’orchestra posta su più livelli ad abbracciare il palco dell’Ariston, lo dimostra l’entusiasmo della gente cha ha già invaso la città dei fiori come fosse Carnevale. Insomma, non sono solo canzonette. Perlomeno nella linea editoriale scelta quest’anno dal direttore artistico Carlo Conti che sul palco di Sanremo è riuscito a riportare in gara la grande canzone d’autore (vedi Cristicchi, Brunori Sas e l’outsider Lucio Corsi), una sorta di controbilanciamentto alle regole del mercato cui non può evidentemente sottrarsi per acchiappare i giovani. Vedi i controversi Big in gara Tony Effe o Fedez (che comunque portano brani adatti all’Ariston), tra i 29 artisti in gara. Nessun interesse alla polemica, aggiunge Conti che confida nell’intelligenza dei cantanti e riguardo al caso Fedez-Corona e ai testi di Tony Effe aggiunge: «Uno è puro gossip, riguardo a Tony Effe invece io sono cattolico e una delle mie parabole preferite è quella del Figliol prodigo: non voglio demandare tutto alla scuola, alla tv o ai cantanti, ma ci sono anche i genitori che debbono fare la loro parte».
Carlo Conti ha sulle spalle la responsabilità di rilanciare una Rai che ha subito un annus horribilis in quanto ad ascolti, ma già questo Festival a livello economico ha guadagnato 67 milioni di euro in pubblicità rispetto ai 60 milioni dell’anno scorso. «Non è una sfida – spiega Conti -, Amadeus insieme a Fiorello hanno fatto 5 festival straordinari, uno difficilissimo con l’Ariston vuoto per il Covid. Gli ascolti non mi interessano, propongo un lavoro dignitoso, fatto con onestà e rispetto e buone canzoni, piuttosto cercherò di rispettare i miei numeri. Non devo a questo punto della carriera di dimostrare niente, soprattutto a me stesso». Come non debbono dimostrare nulla due solidi professionisti come Antonella Clerici e Gerry Scotti, compagni di palco della prima serata in una conduzione che piu familiare di cosi non si può. Una gioia il ritorno all’Ariston per la veterana Clerici, mentre Scotti si definisce «l’uomo che ha presentato meno Sanremo. – scherza – E’ una bella emozione, un bel regalo, lo apprezzo tantissimo. Sono stato accolto dalla dirigenza della Rai con grande affetto. Al di là delle contrapposizioni, quando uno lavora bene e rispetta gli altri questa cosa gli ritorna e la raccoglie. Grazie, mi avete fatto sentire amato». «Gerry è diventato un fratello quando eravamo ambedue in ospedale col Covid e ci davamo coraggio a vicenda – rivela Conti -. Lui e Antonella sono due colonne, per me ce ne sarebbe stata anche un’altra, sarebbe stato Fabrizio Frizzi».
Un festival che si presenterà divertente ma anche sociale in filigrana, senza pero monologhi: «Cerco di proporre delle cose con grande rispetto degli spettatori parlando a tutti. Rispetto molto i monologhi, ma anche i tempi televisivi spiega Carlo che promettere ritmo nelle serate -. Personalmente penso sia più forte una parola o una testimonianza che una lunga chiacchierata che può anche annoiare. Per questo ho invitato il calciatore Edoardo Bove che spiegherà come un ragazzo di 22 anni sta affrontando quello che sta affrontando lui. Penso sia un bel momento per i ragazzi», ha aggiunto svelando che «venerdì avremo sul palco dell'Ariston Paolo Kessisoglou con sua figlia. Racconteranno insieme come vivono i ragazzi di 17-18 anni che si chiudono in camera e non parlano più con i genitori. Lo faranno con una canzone che ha scritto insieme a una figlia». E poi stasera il superospite Jovanotti, che ritorna in pista dopo il grave incidente in bici di due anni fa, e domani la co conduzione di Bianca Balti, la modella che sta combattendo una coraggiosa battaglia pubblica contro il tumore. Il 13 febbraio sul palco dell’Ariston anche il Teatro Patologico di ondato dall’attore e regista Dario D’Ambrosi che supera le barriere della disabilità. «Porteranno un pezzo del loro spettacolo che ho visto a Roma – aggiunge il direttore artistico -. Un momento per tutte quelle famiglie che hanno figli disabili o autistici che vivono ogni giorno una battaglia fortissima. Vedere quello spettacolo da gioia, è bello raccontare le difficoltà che hanno queste famiglie».
Comunque stasera significativamente il Festival proporrà un canto di pace, quell’Imagine di John Lennon interpretata dalla cantante israeliana Noa e dalla israeliana di origini palestinesi Mira Awad. «Sarà una presenza molto forte vedere le due artiste che cantano un inno mondiale per mostrare come due popoli si possano avvicinare» conclude Conti.