venerdì 15 marzo 2019
Rinverdita con questi amati personaggi la tradizione ex sovietica, il loro “papà” Oleg Kuzovkov annuncia a sorpresa: «Ho dato dieci anni della mia vita, ora lascio e vado in pensione»
Con Masha e Orso i russi battono i cartoon Usa
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«Ho dato dieci anni della mia vita a Masha e Orso, lavorando 14 ore al giorno fra Mosca e Los Angeles, senza fare un giorno di ferie o un weekend. Fra una settimana lascio e vado in pensione». Il successo è scoppiato fra le mani a Oleg Kuzovkov, il papà della serie animata più amata dai bambini di tutto il mondo, quella che ha scalzato dal trono Peppa Pig e guidato la riscossa dell’animazione russa negli ultimi anni. L’animatore ci dà l’annuncio a sorpresa, accanto a un enorme orso di peluche. Siamo nella zona nord ovest di Mosca, negli studi di Animaccord, una società che oggi conta 110 dipendenti fra cui 70 animatori, dove nel 2008 è nata la serie cult che ha debuttato sulla tv russa il 18 gennaio di dieci anni fa.

Masha e Orso è più di una semplice serie animata di successo, ma è il cartone dei record che ha rivoluzionato l’industria dei cartoon in Russia realizzando la prima serie animata in 3D del mondo, prima ancora della Pixar e della Dreamworks. Difficile credere che uno dei cartoonist più lanciati a soli 58 anni voglia davvero mollare tutto e non, magari, dedicarsi a nuovi e più ampi progetti. «Ma non sono mica un eroe» scherza mettendosi nella posa retorica delle tipiche statue di lavoratore della propaganda sovietica dei tempi di Stalin. E, a proposito dell’influenza del dittatore sull’animazione russa, aggiunge sarcastico: «L’unica cosa buona che ha fatto è stata quella di scomparire, liberando gli animatori dall’imposizione di imitare negli anni ’50 il modello Disney nel tentativo di conquistare il mondo, e lasciandoli liberi di sviluppare la loro creatività».

Eppure furono anni di successi e l’animazione sovietica compirebbe oggi 110 anni. Il primo animatore russo fu Alexander Siryayev, ballerino e coreografo del balletto Mariinskij che realizzò nel 1909 dei pionieristici corti animati coi pupazzi. Dalle avanguardie russe arrivarono poi i primi cartoonist che trovarono nella creazione della società statale Soyuzmultfilm sostegno per creare cartoni diventati dei classici internazionali come La chiave d’oro di Alexandr Ptushko o La regina delle nevi di Lev Atamanov. Precipitata in una serie di fallimenti e disastri finanziari nei primi anni ’90 quando l’epopea comunista era ormai giunta al capolinea, l’industria dell’animazione russa ha definitivamente rialzato la testa grazie allo straordinario successo di Masha e Orso. Ed anche con l’importante sostegno statale promosso e voluto dal presidente Vladimir Putin attraverso il Fondo cinema creato nel 2011 che ha ridato slancio alla settantina di studi di animazione esistenti in Russia. Solo nel 2018 il Cremlino ha messo a disposizione 26 milioni di dollari per la produzione di 26 film, fra cui 8 di animazione.

Ma oggi ad appiccicare allo schermo i bambini di cento paesi del mondo (in ben 36 lingue), passando dalla Russia all’Italia, dall’America Latina al Sud Est asiatico e, entro l’anno, a Cina e Giappone, è una dispettosa e scatenata bimbetta bionda dagli occhioni azzurri, con un abitino fucsia tradizionale, che fa diventare matto l’amico Orso, una sorta di fratello maggiore che cerca di insegnarle come comportarsi. La terza stagione sta andando in onda, in esclusiva per gli abbonati Sky (in chiaro è su Rai Yo Yo), tutti i giorni alle 19.45 su DeAJunior (Sky 623), il canale prescolare del gruppo De Agostini Editore che lunedì 18 marzo compie 7 anni insieme al canale Super!. Nuove 13 puntate sono attese su DeAJunior dopo l’estate, insieme a tante altre novità, mentre tra fine anno e inizio 2020, la serie proseguirà con Masha’s song, con la piccola peste impegnata a insegnare attraverso le canzoni, le culture del mondo. Prima puntata dedicata all’Italia, con pizza, Torre di Pisa e calciatori mente Masha canta Santa Lucia.

«E pensare che questo era il progetto che mi piaceva meno dei cinque che avevo presentato, ma era quello più semplice da realizzare. Il segreto del suo successo sta però nelle storie positive ed educative, adatte a tutta la famiglia» dice con aria sorniona l’autore Kuzovkov che, dopo aver lavorato come giornalista satirico e disegnatore di fumetti nel 1988 per la sovietica Pilot Animation Studio, dal 1998 al 2001 ha lavorato presso Kinofilm Studio a Los Angeles, per poi tornare in Russia per applicare e sviluppare le innovazioni che aveva visto in chiave orientale e con un’altra sensibilità. La macchina di Masha e orso comunque non si ferma grazie a un gruppo di lavoro ormai rodato da dieci anni. D’altronde il cartone è leader mondiale sulla fascia prescolare grazie a una storia che affonda le sue radici in una fiaba popolare russa, quella di una bimba inseguita da un orso, ma rappresentata da una vivace bambina contemporanea che invece l’orso lo perseguita sullo sfondo di boschi e casette di legno tipicamente russe.

E i numeri, nell’era del web, sono impressionanti. Basti pensare ai 3,5 miliardi di visualizzazioni su Youtube dell’epsodio Recipe for disaster, entrato nel Guinness dei primati come contenuto di animazione più visualizzato sul web e nella top 10 dei piu visualizzati di sempre su Youtube. E proprio il “diamante” di Youtube, il premio assegnato dalla piattaforma, campeggia in una vetrinetta fra altre decine di premi internazionali.

La sala in cui siamo accolti è stipata di pupazzi e pupazzetti di tutte le fogge e dimensioni, magliette, giochi, tazze e persino un grande plastico dei trenini, tutti dedicati a Masha e Orso. Un merchandising che nel 2018 ha fruttato fra i 290 e 300 milioni di euro, poco di più dei diritti di vendita del cartoon, come spiega l’ad di Animaccord, Vladimir Gorbulya. E anche se l’autore ha deciso di smettere, lo staff promette di restare fedele ai toni della gentilezza e del finale positivo, grazie all’aiuto di un adulto come orso, più un papà che un amico, «perché i bambini già vedono troppe cose brutte, noi invece ci basiamo sui valori e sulla serenità» aggiunge Gorbulya. Cosa rende speciale oggi l’animazione russa rispetto a giganti come gli Stati Uniti e il Giappone? «Nel nostro caso è difficile imitarci, perché noi mettiamo una qualità difficilmente riproducibile altrove» spiega il regista Georgy Orlov, disegnatore sin dagli inizi di Masha e Orso, e che prima ha lavorato sull’animazione in 2D in uno degli studios storici russi. Al computer ci mostra un nuovo episodio della serie che arriverà dopo l’estate in cui Masha si trasforma addirittura nella regina Elisabetta. Affonda nella tradizione artigianale dell’animazione russa l’accuratezza con cui lo staff di sceneggiatori e disegnatori affronta le fasi di disegno manuale su computer dello storyboard, i bozzettti, la colorazione e, soprattutto, le fasi dell’animazione digitale. «Non lasciamo fare tutto in automatico al computer, anzi l’animatore può intervenire sui movimenti per renderli più aderenti alla psicologia del personaggio» aggiunge Orlov.

La Russia vuole recuperare il tempo perduto e un’apertura internazionale, come aggiunge Vladimir Gorbulya: «Noi vogliamo essere un ponte fra gli altri produttori russi e il resto del mondo. Abbiamo adottato un sistema di lavoro prettamente americano, investendo come nessun altro sui contenuti delle storie e sul metodo di lavoro. Oggi il mondo è pieno di possibilità, la globalizzazione ha superato i confini e i cartoni parlano ai bambini di tutto il mondo, non ha importanza da quale paese vengano. L’importante sono la qualità e i contenuti».

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