giovedì 20 ottobre 2022
Il sacerdote e biblista newyorkese dal 1991 al 2016 ha scritto un’opera monumentale in cinque volumi sul Nazareno come «ebreo marginale». Benedetto XVI ne lodò l’accuratezza scientifica
John Paul Meier

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È morto il 18 ottobre John Paul Meier, teologo americano, docente di teologia alla Notre Dame University, considerato uno dei più grandi studiosi del Gesù storico a livello internazionale. Di lui sono ben noti i cinque, monumentali volumi su Gesù, un ebreo marginale pubblicati nel corso di ben 16 anni dall’editrice Queriniana. Iniziata nel 1991 e terminata nel 2016 nell’edizione originaria in inglese, questa indagine scientifica sulla realtà del Gesù storico consta in italiano di ben 3.735 pagine: un lavoro immenso per questo studioso di teologia biblica, già lodato da Benedetto XVI in più occasioni per l’accuratezza della sua ricerca scientifica, definendola «eccellente». Cinque volumi, quelli di Meier, che hanno scandagliato in profondità tutte le dimensioni umane e storiche di Gesù, come recitano i rispettivi sottotitoli: Le radici del problema e della persona, Mentore, messaggio e miracoli, Compagni e antagonisti, Legge e amore, L’autenticità delle parabole. Originario di New York, dove era nato nel 1942, Meier, prete diocesano, aveva ottenuto un baccalaureato in filosofia in patria, una licenzia in teologia alla Gregoriana e un dottorato in Sacra Scrittura all’Istituto biblico a Roma: curiosità, era stato ordinato prete proprio nella basilica di San Pietro. Ha insegnato nel St. Joseph Seminary di Dunwoodie, dove si era formato, quindi alla Catholic University di Washington e in seguito per ben 20 anni alla Notre Dame University. I suoi campi di interesse accademico sono stati, in particolare, i Vangeli di Matteo e quello di Giovanni, oltre alla cristologia neotestamentaria e al giudaismo palestinese, e ovviamente la ricerca sul Gesù storico. Sul sito della Notre Dame University, dove era docente emerito della cattedra William K. Warren, si legge che, nonostante l’emeritato, Meier stava lavorando al sesto volume della sua monumentale opera teologica. Da parte sua l’editrice Queriniana ha fatto presente che «da molte parti ci giungono richieste dei suoi affezionati lettori e lettrici in merito alla continuazione della sua imprescindibile ricerca sul Gesù storico», auspicando di poterle dar seguito con il sesto volume, che probabilmente potrà essere pubblicato postumo. Il cardinal Ravasi, recensendo i volumi di Meier, li ha definiti «una cattedrale teologica», evidenziando che ci sono voluti sei traduttori per completarne la pubblicazione in italiano. Si diceva dell’apprezzamento di Benedetto XVI all’opera di Meier. Nel suo libro Gesù di Nazareth. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione (Lev), nella fine del quarto capitolo dedicato all’Ultima cena, Joseph Ratzinger sposa la ricerca di Meier su un punto controverso, ovvero la cronologia della passione e morte di Gesù Cristo: «La valutazione più accurata di tutte le soluzioni finora escogitate l’ho trovata nel libro su Gesù di John P. Meier, che alla fine del suo primo volume ha esposto un ampio studio sulla cronologia della vita di Gesù – annota Benedetto XVI –. Egli giunge al risultato che bisogna scegliere tra la cronologia sinottica e quella giovannea e dimostra, in base all’insieme delle fonti, che la decisione deve essere in favore di Giovanni. Giovanni ha ragione: al momento del processo di Gesù davanti a Pilato, le autorità giudaiche non avevano ancora mangiato la Pasqua e per questo dovevano mantenersi ancora cultualmente pure. Egli ha ragione: la crocifissione non è avvenuta nel giorno della festa, ma nella sua vigilia. Ciò significa che Gesù è morto nell’ora in cui nel tempio venivano immolati gli agnelli pasquali».

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