Su Gutenberg del 7 novembre c’è “L’umanità in un libro”

Belli, prestigiosi, ma anche pieni di inconvenienti. Eppure oggi, nell’epoca del digitale, rimangono i principali strumenti della conoscenza umana
November 6, 2025
Su Gutenberg del 7 novembre c’è “L’umanità in un libro”
La copertina di Gutenberg n. 48, 7 novembre 2025
Per belli e prestigiosi che appaiano, i libri presentano i loro inconvenienti. Ma sopportiamo tutto perché ci fanno intuire quali potrebbero essere le nostre virtù. E perché anche oggi, nell’epoca del digitale, rimangono i principali strumenti della conoscenza umana: la confezione di un volume chiama in causa incalcolabili generazioni di autori. Il 7 novembre su Gutenberg c'è "L'umanità in un libro": il numero riprendi i contenuti emersi quando, a un anno dall’uscita del primo numero dell'inserto culturale di "Avvenire", la Biblioteca Apostolica Vaticana ha ospitato l’incontro “Lunga vita al libro”, arricchiti da ulteriori, nuovi contributi.
Il direttore di “Avvenire”, Marco Girardo, rilancia lo spazio rivoluzionario della cultura di carta, a un tempo ponte e piazza: solo chi si fa carico del tempo lungo – quello della storia, dell’educazione, della formazione – può davvero contribuire a cambiare il presente; Giovanni Cesare Pagazzi, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, mostra che il libro è un corpo ricco di insegnamenti e che la confezione di un volume chiama in causa incalcolabili generazioni di autori, materiali e intellettuali.
La direttrice del Salone del Libro di Torino Annalena Benini, il presidente della Società Dante Alighieri Andrea Riccardi e lo scrittore Alberto Manguel dialogano attorno a quello che anche oggi, nell’epoca del digitale, rimane il principale strumento di conoscenza umana, tessendo un elogio della lettura come centro di gravità permanente del nostro essere nel mondo. Alessandro Zaccuri riflette su quanto i libri siano ingombranti, polverosi, deludenti... eppure irrinunciabili; Alessandro Beltrami presenta la vita sognata dei libri nelle opere dell'artista Stefano Arienti, in mostra a Parma e corredo iconografico del numero.
I Percorsi spaziano tra la trasvolata pioneristica di De Pinedo e Campanelli di cent'anni fa, divenuta perfino un gioco da tavola, e il nostro cammino assieme alle Scritture, con la nuova edizione illustrata dei Vangeli e dei Salmi della Bibbia di Gerusalemme presentata dal cardinale Matteo Maria Zuppi e il saggio di Claudio Dell'Orto su malattia e speranza nelle figure bibliche; dal valore della maternità nel segno di Maria, ripresa come mostra Angela Calvini dalla versione in lingua siciliana della Buona Novella di Fabrizio De André trasposta da Andra Walts nel docufilm Matri pi sempri e dallo studio a quattro mani di Marilena Lucente e Antonia Chiara Scardicchio, ai meccanismi dei racconti gialli, svelati nelle loro connessioni con la logica matematica da Marco Malvaldi intervistato da Nicoletta Martinelli, dalla biografia del fondatore della polizia scientifica Salvatore Ottolenghi  recensita da Davide Re e del sorprendente vincitore del premio Neri Pozza per inediti che, come racconta Massimo Onofri, quest'anno è stato assegnato al giallo del sacerdote Giuseppe Fusari.

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