Ritrovata una lapide romana in un giardino a New Orleans (e racconta una storia d'amore)
La lapide funeraria del soldato Sextus Congenius Verus arriva da Civitavecchia. Un mistero archeologico e familiare che risale alla Seconda guerra mondiale

Una lapide romana del II secolo d.C. compare in un giardino di New Orleans. Un reperto impossibile? Oggi il mistero è risolto, e racconta una storia di guerra, arte e amore.
Tutto comincia nel 2018, quando Daniella Santoro e Aaron Lorenz, durante la pulizia del cortile della loro nuova casa, scoprono una lastra di marmo bianco con un’iscrizione latina. Gli esperti dell’Università della Louisiana e del Preservation Resource Center of New Orleans hanno poi identificato l’oggetto come una lapide funeraria di un marinaio e soldato romano, Sextus Congenius Verus, risalente al II secolo dopo Cristo.
Dalle ricerche è emerso che la lapide corrispondeva perfettamente a un reperto scomparso dal museo di Civitavecchia, gravemente danneggiato durante la Seconda guerra mondiale. Come sia arrivata oltre oceano è stato chiarito solo ora, grazie alle indagini storiche e alla collaborazione con l’FBI, che ha aperto trattative per il rimpatrio.
Il reperto era stato portato negli Stati Uniti da Charles E. Paddock Jr., sergente americano di New Orleans, che durante la Seconda guerra mondiale aveva servito in Italia come tecnico teatrale per il Special Services dell’esercito, il dipartimento che organizzava spettacoli per le truppe alleate. Durante il suo soggiorno, l'uomo aveva conosciuto Adele Vincenza Paoli, violinista toscana. Tra i due nacque una relazione che nel 1946 si trasformò in un matrimonio, durato tutta la vita. Non è stato possibile al momento capire come Paddock sia entrato in possesso del reperto, ma è molto probabile che si stato sottratto in seguito ai bombardamenti e transitato sul mercato antiquario. Al rientro con la moglie in patria nel 1947 lo porta con sé come ricordo degli anni italiani. La lapide rimane per decenni in una vetrinetta fino a quando la casa viene ereditata dalla nipote Erin Scott O’Brien che la colloca come decorazione in giardino, senza però conoscerne né la natura, né l'età, né l'origine: "Pensavo fosse solo un pezzo artistico", ha detto. Quando nel 2018 vende la casa alla coppia di antropologi Daniella Santoro e Aaron Lorenz se la dimentica e l'oggetto viene così "riscoperto".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Temi






