E la democrazia, come sta? È la domanda di "Gutenberg" del 12 settembre

Autoritarie, illiberali, liquide, comunque in crisi: le strutture democratiche stanno attraversando una fase storica di difficoltà evidente. È un vicolo cieco? Per guarire la malattia, occorre definire una diagnosi lucida. Il 12 settembre "Gutenberg", l'inserto culturale di "Avvenire", cerca di individuare quegli elementi che hanno fatto nel tempo della democrazia la peggior forma di governo, eccettuate tutte le altre.

Francesco Totaro riflette sulla secessione della realpolitik dalla logica e si chiede se oggi ci sia ancora posto per il raziocinio o occorra invece spostarsi sul terreno della fabbricazione dei miti. Un esperienza sul campo della diplomazia è quella di Sandro Calvani, che nella sua intervista a Lucia Capuzzi rimarca come la "ipo-diplomazia" abbia ormai lasciato il campo ai leader guerrieri; Damiano Palano ragiona sulla storia della democrazia e del populismo e risale alle origini stesse del sistema democratico, nella polis di Atene, in cerca di spunti validi ancora oggi, mentre Elio Cappuccio rilegge il lascito di Christopher Lasch, che per primo aveva individuato i sintomi del malessere della democrazia. Chiude la monografia la presentazione di Alessandro Beltrami del padiglione della Santa Sede alla Biennale Architettura, che mette a tema proprio un cantiere di partecipazione e di comunità.

La sezione "Percorsi" si apre con una tappa a Beauvais, dove la cattedrale gotica festeggia quest'anno otto secoli di arte e di fede; protagonisti poi il pensiero di Henri Bergson, protagonista di nuove edizioni che attestano l'attualità del suo pensiero sullo slancio vitale, l'Irlanda dell'immaginario, raccontata in filigrana da nuovi romanzi e serie televisive, e le inaspettate frontiere dei videogiochi, ormai entrati nella letteratura, nella sociologia e perfino nella psicoterapia.