Anatolia: scoperto il cerchio dei bambini perduti

Nuove scoperte dagli scavi in Anatolia diretti dall’Università di Pisa rivelano resti di infanti in un contesto rituale di epoca ittita
August 6, 2025
Si è conclusa la diciottesima campagna della Missione Archeologica Italiana in Anatolia Centrale, diretta dall’Università di Pisa sul sito ittita di Uşaklı Höyük, nell’altopiano anatolico. Tra i risultati più rilevanti emersi nell’estate 2025, spicca il ritrovamento di resti umani infantili associati alla Struttura Circolare, un’architettura di età ittita già nota per la possibile funzione cultuale. I corpi non erano deposti in tombe, ma legati a frammenti ceramici, cenere e resti animali, suggerendo pratiche rituali dedicate ai bambini deceduti, simili a quelle documentate nei tofet fenici e punici.
Particolarmente significativo è il ritrovamento di un dente infantile, che, grazie allo stato di conservazione e al contesto stratigrafico, potrà fornire una datazione assoluta e informazioni genetiche sulla popolazione dell’età ittita, tramite analisi attualmente in corso presso il laboratorio Human_G dell’Università Hacettepe di Ankara.
Un momento dello scavo - -
Un momento dello scavo - -
Le indagini, condotte sotto la direzione del prof. Anacleto D’Agostino e con la partecipazione di ricercatori da numerose università italiane e internazionali, si sono concentrate sull’Area F, dove sono emersi nuovi muri riconducibili a una fase tarda dell’occupazione ittita. La Struttura Circolare risulta integrata nella planimetria, confermando una continuità d’uso cultuale. I lastricati e i livelli stratificati suggeriscono un’area a lungo frequentata, forse legata al culto del Dio della Tempesta, divinità principale della città ittita di Zippalanda, identificata con Uşaklı Höyük da parte di molti studiosi.
Il cerchio dei bambini perduti - -
Il cerchio dei bambini perduti - -
La campagna ha interessato anche l’acropoli, dove è stata ricostruita per la prima volta una sequenza abitativa dal Ferro all’età ellenistica. In profondità è stato identificato un deposito di distruzione databile alla media età del Ferro, con pietre bruciate e ceneri, utile per indagare un periodo poco documentato.
Nell’Area G, prosegue lo studio della necropoli medievale, in particolare con analisi genetiche su un nucleo familiare sepolto, che offrono dati sulla popolazione anatolica post-battaglia di Manzinkert (1071 d.C.).
Ricercatori provenienti da diverse università - -
Ricercatori provenienti da diverse università - -
Completano il quadro le analisi archeozoologiche e archeobotaniche: i resti animali ritrovati – tra cui cavalli, asini, bovini, caprovini e una lepre – documentano pratiche alimentari e rituali complesse. In particolare, una fossa con resti animali integri potrebbe indicare cerimonie collettive.
Prosegue anche lo studio delle ceramiche e dei residui alimentari, con un focus sull’archeologia del cibo, e l’analisi di semi, carboni e suoli flottati per ricostruire il contesto ambientale e agricolo.

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