Scampati a un incendio, curati con maschere antiustioni stampate in 3D
di Redazione
Prodotte nell'enclave in una clinica di Medici Senza Frontiere con tecnologia locale, sono indispensabili per il processo di guarigione. Tra i curati anche alcuni bambini

Era lo scorso marzo: Ahmed Al-Natour stava lavorando nella sua bancarella di scarpe del mercato di Gaza quando è scoppiato un incendio in un panificio lì vicino. Il fuoco ha travolto lui e una trentina di altre persone che stavano facendo compere. Sono morti in 25. Altri hanno subito gravi ustioni su tutto il corpo. Lui ne è uscito con il viso deturpato. Ahmed ha trascorso lunghi mesi in ospedale. Adesso, tornato a casa, può ricominciare a vivere normalmente grazie a una maschera trasparente terapeutica che, per la prima volta, viene prodotta localmente. Utilizzando uno scanner 3D di una clinica di Medici Senza Frontiere e una stampante 3D di proprietà di un'azienda di Gaza, un gruppo di specialisti è riuscito a produrre queste maschere compressive per le vittime di ustioni facciali: uno strumento necessario per la guarigione e per i successivi interventi di chirurgia ricostruttiva.

Le maschere trasparenti sono realizzate con materiali plastici solidi importati dalla Francia: aiutano ad ammorbidire i tessuti e prevenire infezioni o complicazioni come le cicatrici. “Mi sento a mio agio quando lo indosso, e rilassa il viso - ha raccontato Al-Natour, indossando la maschera che viene fissata con cinghie elastiche -. È facile da usare, e posso andare a fare la spesa mentre la porto”.

In passato, le maschere 3D erano disponibili per i pazienti ustionati di Gaza solo quando si recavano in Giordania per la chirurgia ricostruttiva. Le restrizioni ai viaggi per il coronavirus hanno reso difficili questi spostamenti: solo due pazienti della Striscia hanno potuto fare il viaggio nel 2020, mentre erano stati 25 del 2019.

Abed El-Hamid Qaradaya, responsabile delle attività di fisioterapia di Medici Senza Frontiere a Gaza, ha spiegato che maschere hanno fatto una grande differenza per alcuni pazienti. "Abbiamo realizzato maschere per il viso per 23 pazienti dalla metà del 2020 e hanno contribuito a trasformare le loro vite". Molte sono state destinate a bambini e ragazzini ustionati: li attende un lungo percorso, ma possono ricominciare a sorridere

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