Scatti del tempo
Conosco la storia di una ragazza, ora ha trent’anni, che sin da giovanissima ha inseguito quella che sentiva essere la sua più grande passione: la fotografia. Scegliere inquadrature, carpire paesaggi e volti, immortalarli. Affinare lo sguardo, diventare fotografa di professione: era la sua strada, lo sentiva, lo voleva e in ogni modo cercava di orientarsi verso quel desiderio. Corsi, scuole, laboratori, occasioni sparse pur di mostrare qualche suo contributo fotografico. Ma le possibilità restavano limitate, c’era la necessità di mantenersi. Così la ragazza ha trovato un lavoro come barista. Lo svolgeva il più possibile con amore, per quanto restasse urgente (anche esigente) il desiderio di fotografare. A quello appena possibile tornava, dedicandovi le sue migliori energie. In segno di fedeltà alla sua passione che non riusciva a far diventare la sua professione, come si può per dichiarare eternità di sentimento verso qualcuno di cui si è innamorati, ha deciso di tatuarsi sul braccio la scritta “Kodak”. Una sera nel bar è entrato il responsabile di una grande agenzia pubblicitaria. Ha chiesto alla ragazza il perché di quel tatuaggio, e lei ha raccontato di sé, dei suoi desideri. Oggi lavora nell’agenzia pubblicitaria con un contratto a tempo indeterminato, con il tempo e lo spazio necessari per fare la fotografa. © riproduzione riservata
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