Agli onorevoli distratti dal cellulare si può chiedere di essere d’esempio

October 2, 2025
Caro Avvenire, nel primo pomeriggio, seduto in poltrona, mi capita di vedere durante la trasmissione su Rai 3 dedicata ai lavori parlamentari le immagini dei nostri rappresentanti che utilizzano il telefonino non solo durante gli intervalli ma anche durante gli interventi dei loro colleghi. Non sarebbe il caso di vietare l’utilizzo dello smartphone così come è stato imposto agli studenti dal ministro Giuseppe Valditara, che ha stabilito il divieto di utilizzo dei cellulari nell’intero orario scolastico, per migliorare la concentrazione e l’apprendimento. Anche per deputati e senatori nelle aule parlamentari potrebbe essere posto il bando del telefonino al fine di migliorare la concentrazione e l’apprendimento sulle problematiche italiane. Giorgio Alessandro Pacetti Piglio Caro Pacetti Piglio, accetto con un sorriso la sua provocazione, che ha un fondamento di ragionevolezza e ci spinge a riflettere su una delle nostre principali attività quotidiane. Perché è proprio così, lo smartphone, per moltissimi di noi, rappresenta un’estensione della propria mano e del proprio cervello. Una funzione ci fornisce persino il bilancio delle interazioni con i dispositivi e le ore passate a utilizzarli. Pare tuttavia che vedere quelle cifre (spesso imponenti) non ci induca a ridurre la nostra dipendenza. L’utilità e anche la piacevolezza dello strumento non sono in discussione – quanti viaggi e quante attese sono resi meno pesanti dall’avere il cellulare. Ma esso è ormai uno strumento di lavoro imprescindibile in molti contesti, e certamente lo è per un parlamentare. Non entrerò, qui, nell’ormai annosa disputa sullo smartphone in classe o sulla preferibilità in treno di leggere un libro piuttosto che scorrere compulsivamente le storie di Instagram. Stiamo al galateo che lei richiama per le sedute alla Camera o al Senato. Concordo che un aggiornamento delle regole di buone relazioni sarebbe più che mai auspicabile. Uno dei mali del nostro tempo mi pare proprio il non vedere gli altri, essere chiusi nella propria bolla e ignorare il nostro prossimo, che sia in fila o su un mezzo pubblico, in un bar o in un ufficio. A questo isolamento contribuisce l’attenzione che riserviamo al cellulare, finestra su un mondo sempre cangiante e, soprattutto, meno esigente di quello reale, dove possiamo muoverci senza lo sforzo di aprirci davvero al prossimo. Certo, rispondere al telefono o anche solo controllarlo è diventato un comportamento accettato o almeno tollerato: c’è sempre un implicito consenso al fatto che potrebbe trattarsi di una comunicazione importante. Resto però convinto che si dovrebbe limitare il ricorso allo smartphone quando siamo chiamati a prestare attenzione a un interlocutore o a un compito specifico. Che cosa c’è di più importante per un deputato o un senatore del partecipare attivamente alle attività d’aula, cuore della democrazia, cui è delegato da noi tutti con il mandato elettorale? Non si può chiedere, lo sa anche lei, caro Pacetti Piglio, di spegnere i telefoni a coloro che hanno spesso la necessità reale di stare in contatto costante con situazioni delicate e urgenti (penso in queste ore alla vicenda della Global Sumud Flotilla). Però, quando parla un collega, sarebbe oltremodo auspicabile ascoltarlo, e anche dare ai cittadini-spettatori un’immagine di dedizione alla propria missione che fungerebbe pure da esempio per chi non sa rinunciare agli schermi digitali. In alcuni Paesi il rapporto dei rappresentanti politici con la propria circoscrizione è più stretto che in Italia, e vi sono occasioni di dialogo diretto. Oggi possiamo facilmente raggiungere i parlamentari via email. Scriva ai deputati e senatori che ha contribuito a far approdare a Montecitorio o Palazzo Madama e raccomandi loro di non dare uno spettacolo diseducativo, soprattutto ai giovani, usando lo smartphone durante i dibattiti. Qualcuno sarà sorpreso, qualcuno apprezzerà. C’è sempre una piccola azione che possiamo fare per rompere il muro dell’indifferenza. © riproduzione riservata

© RIPRODUZIONE RISERVATA