Il “made in Calabria” di Goel e Naturasì
di Andrea Zaghi
Un marchio per indicare un’origine precisa, ma a disposizione di tutti. Non, quindi, un “timbro” che esclude ma che, anzi, ha l’obiettivo di includere il più possibile. Con un solo vincolo: l’onestà di chi lo adotta. Accade in agricoltura e in una terra – la Calabria – che per troppo tempo ha avuto, ed ha ancora, a che fare con la criminalità organizzata. Il marchio si chiama “Calabria, Oasi della Biodiversità d’Europa” ed è stato lanciato dalla cooperativa GOEL e dalla Comunità Progetto Sud nell’ambito di Etica&Bio Festival, una manifestazione promossa da NaturaSì (società benefit, la più grande rete di negozi biologici in Italia) e dalla stessa GOEL a Caulonia. Il marchio è un gesto simbolico eppure molto concreto per, viene spiegato da promotori, invitare la politica e la società a riconoscere e valorizzare le risorse autentiche della Calabria. Chiunque potrà candidarsi a riceverlo in dono: enti pubblici, organizzazioni del terzo settore, imprese e altre realtà del territorio. Due le condizioni per avere il riconoscimento: non utilizzarlo per fini privati oppure strettamente commerciali e opporsi con i fatti alla ‘ndrangheta e ai suoi tentativi di corruzione e infiltrazione. Esempio da seguire, è proprio quello dell’esperienze di GOEL Bio, realtà agricola nata in opposizione alla ‘ndrangheta che ha costruito una filiera etica e trasparente, fondata su prezzi equi ai produttori, controlli privati contro le infiltrazioni mafiose, tutela reale dei lavoratori agricoli. Messaggio forte che proprio in Calabria ha buona terra per attecchire. Questa regione, infatti, rappresenta solo il 2% della superficie europea ma ospita da sola il 32% delle tipologie di habitat microclimatici censiti in Europa. Dal punto di vista più strettamente agricolo, inoltre, solo nel campo dell’olivicoltura, ci sono sei diverse varietà autoctone. La Calabria è anche la seconda regione italiana (dopo la Toscana) per superficie agricola dedicata al bio: il 36,3%, contro una media nazionale del 17,4% ed è la terza per numero di aziende agricole, superata solo da Puglia e Sicilia. Certo, c’è ancora moltissimo da fare, ma su tutto valgono le parole dei promotori di questo nuovo marchio: «Una Calabria diversa esiste già, ed è fatta di scelte coraggiose, alleanze etiche e visioni condivise». E l’agricoltura può dare l’esempio. © riproduzione riservata
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