Arrivano altri fondi per potenziare l'irrigazione e la produttività dei campi
di Andrea Zaghi
L'agricoltura spinge in alto il valore aggiunto del Paese. La tendenza non è di oggi, ma ha trovato comunque una ulteriore conferma nelle ultime rilevazioni dell'Istat. Tutelare il lavoro e la competitività dei campi nostrani, quindi, significa di fatto difendere uno di motori più determinanti per la nostra crescita. Per questo, fra l'altro, è importante una delle ultime decisioni del Cipe che ha dato il via libera a ulteriori fondi per potenziare la diffusione dell'irrigazione nel settore, vista proprio come strumento d'eccellenza per migliorare la produttività agricola.
Stando ai dati Istat, commentati da Coldiretti, a sostenere dunque il Pil in Italia contribuisce l'agricoltura con il suo +1% di valore aggiunto fatto registrare nell'ultimo trimestre di rilevazione. Merito evidentemente della dinamicità delle imprese del comparto, oltre che del buon andamento dei principali mercati. Ciò che più conta, tuttavia, è che la crescita del settore agricolo conferma le enormi potenzialità presenti; anche se non mancano distorsioni di filiera e anche se gli operatori devono fare i conti con un sempre forte flusso di importazioni che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale. Il motivo è sempre lo stesso, spiega Coldiretti: vengono spacciati come Made in Italy prodotti che tali non sono e che si fanno forti della mancanza di un'indicazione chiara sull'origine in etichetta.
La capacità produttiva della nostra agricoltura, in ogni caso, è riconosciuta da tutti. Anche se i margini di miglioramento sono ancora molto ampi. Per questo il via libera a 295 milioni di euro per l'incremento dell'irrigazione arrivato in questi giorni dal Cipe, è manna dal cielo per gli agricoltori. Per capire quanto siano importanti questi fondi, basta pensare che dalla disponibilità controllata di acqua già oggi dipende l'84% della produzione agroalimentare italiana. Per capire ancora meglio, basta poi seguire il ragionamento tecnico svolto dalla Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni. La presenza dell'irrigazione incide significativamente sul valore mediamente prodotto da un ettaro di terreno agricolo: la differenza fra un terreno irriguo e uno non irriguo, è pari a circa 13.500 euro per ettaro. E in termini percentuali tale differenza è più elevata al Centro-Sud (60-80%) rispetto al Nord (39%) a causa delle differenze climatiche.
Aumento del valore aggiunto e più fondi all'irrigazione, rappresentano così due facce di una stessa medaglia che premia uno dei comparti dell'economia per troppo tempo lasciato in secondo piano.
Stando ai dati Istat, commentati da Coldiretti, a sostenere dunque il Pil in Italia contribuisce l'agricoltura con il suo +1% di valore aggiunto fatto registrare nell'ultimo trimestre di rilevazione. Merito evidentemente della dinamicità delle imprese del comparto, oltre che del buon andamento dei principali mercati. Ciò che più conta, tuttavia, è che la crescita del settore agricolo conferma le enormi potenzialità presenti; anche se non mancano distorsioni di filiera e anche se gli operatori devono fare i conti con un sempre forte flusso di importazioni che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale. Il motivo è sempre lo stesso, spiega Coldiretti: vengono spacciati come Made in Italy prodotti che tali non sono e che si fanno forti della mancanza di un'indicazione chiara sull'origine in etichetta.
La capacità produttiva della nostra agricoltura, in ogni caso, è riconosciuta da tutti. Anche se i margini di miglioramento sono ancora molto ampi. Per questo il via libera a 295 milioni di euro per l'incremento dell'irrigazione arrivato in questi giorni dal Cipe, è manna dal cielo per gli agricoltori. Per capire quanto siano importanti questi fondi, basta pensare che dalla disponibilità controllata di acqua già oggi dipende l'84% della produzione agroalimentare italiana. Per capire ancora meglio, basta poi seguire il ragionamento tecnico svolto dalla Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni. La presenza dell'irrigazione incide significativamente sul valore mediamente prodotto da un ettaro di terreno agricolo: la differenza fra un terreno irriguo e uno non irriguo, è pari a circa 13.500 euro per ettaro. E in termini percentuali tale differenza è più elevata al Centro-Sud (60-80%) rispetto al Nord (39%) a causa delle differenze climatiche.
Aumento del valore aggiunto e più fondi all'irrigazione, rappresentano così due facce di una stessa medaglia che premia uno dei comparti dell'economia per troppo tempo lasciato in secondo piano.
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