martedì 3 gennaio 2023
Nel pieno centro di una grande città ho visto un uomo che camminava leggendo un libro. Il traffico impazziva tutt’intorno, lui lambiva le macchine, ne sfiorava più di una
Visioni di silenzio
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Nel pieno centro di una grande città ho visto un uomo che camminava leggendo un libro. Il traffico impazziva tutt’intorno, lui lambiva le macchine, ne sfiorava più di una, continuamente mettendosi in pericolo nel correre il rischio di venire investito. Eppure imperterrito lo stesso continuava a leggere, il libro tenuto bene aperto tra le mani davanti a sé. Una visione sconfortante e confortante insieme. Una visione assurda, ma anche sommamente evocativa.

Diceva molto di questo tempo in folle corsa, un caos che invoglia a chiudersi, tenaci nell’astrarsi, sordi e ciechi pur di non farsi portar via i pensieri, non perdere quiete riflessiva come la lettura sa darne.

Il mondo che quell’uomo trovava nelle pagine era più importante dell’altro che chiassoso e dissennato gli rutilava intorno, certo. Sapeva di rischiare di farsi male, sino a morire? Quel suo leggere solitario e spericolato era una sfida. Sfida di silenzio, concentrazione, meditazione lanciata a una collettività spasmodicamente protesa alla corsa, alla tensione, allo scontro.

Era folle il suo camminare impavido in mezzo all’ingorgo, pazza la temerarietà di quella sfida; eppure alla vista quei passi sconsiderati possedevano la forza di un grido. Bene dicevano la nostra grande fame di silenzio, e calma, e introspezione.

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