Videointervista in 18 puntate sulla perdizione dell'umanità
venerdì 1 ottobre 2021
Sotto il titolo "Viganò Tapes" Robert Moynihan, fondatore e direttore del magazine religioso statunitense "Inside the Vatican", sta diffondendo a puntate una sua videointervista, realizzata a fine agosto, a monsignor Carlo Maria Viganò. L'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti è divenuto dal 2018 onnipresente nell'infosfera ecclesiale antimoderna, dove si propone come contro-papa, e dal 2020 nutre anche l'incredulità di gran parte di essa verso la gravità della pandemia da Covid-19 e l'opportunità delle vaccinazioni. La serie è iniziata il 13 settembre e conta 18 brevi episodi, l'ultimo dei quali è uscito il 29 settembre. Si possono vedere sul canale YouTube "Urbi et Orbi Communications", dove tuttavia alcuni sono stati rimossi per violazione delle linee-guida, e sull'omonimo canale Rumble ( bit.ly/3m8II3N ), aperto in parallelo il 22 settembre a seguito del primo provvedimento di YouTube. In Italia i link ai video e le loro trascrizioni in italiano compaiono, "a blog unificati", su "Duc in Altum" di Aldo Maria Valli e su "Stilum Curiae" di Marco Tosatti, abituali casse di risonanza del facondissimo arcivescovo "italoamericano". I dati delle visualizzazioni non sono eclatanti, considerando la vastità della platea anglofona: la media è, approssimativamente, di 30mila per puntata, accreditando le puntate rimosse da YouTube della stessa audience di quelle più prossime; le puntate su Rumble vi pesano per circa un decimo. Riporto, dal video n. 12, un piccolo stralcio, non certo dei più roboanti, per rendere il tenore delle argomentazioni e il saldarsi della visione politica con quella ecclesiale: «Le modalità con cui è stata imposta la riforma liturgica non sono dissimili da quelle con cui oggi ci viene imposto il green pass: […] menzogne per nascondere i veri intenti», ovvero la perdizione dell'umanità a opera di Satana. La cui vittoria finale sembra data, in questo approccio, per ineluttabile, mentre i rari appelli alla speranza cristiana appaiono purtroppo retorici. Che tristezza.
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