venerdì 23 aprile 2004
Strano paese il nostro. Colpisce i venditori abusivi di sigarette ma premia i venditori di fumo.Abbiamo un debole per i capi di stato che dicono quello che pensano. Solo vorremmo che ogni tanto pensassero a quello che dicono. Ho conosciuto Indro Montanelli negli ultimi anni della sua vita e sono stato ricambiato da lui con un affetto sincero che mi fa rimpiangere la brevità di una conoscenza. E mi permette di ricordarlo con nostalgia, nonostante la diversità delle nostre prospettive. Come in tutti, anche in me sono rimaste impresse certe sue frasi lapidarie, assolute nella loro limpidezza ed efficacia. Ne trovo due, citate in capo a giorni diversi di una delle tante agende che recano in ogni pagina una citazione. Non è, certo, necessario sprecare commenti: quello che oggi spiace è solo l'assenza di una voce che ripeta senza pudori o interessi simili parole ad ogni cittadino.
Ciò che vorrei sottolineare è, invece, un aspetto generale, quello della contraddizione che spesso alberga in ciascuno di noi. Siamo, infatti, coerenti con certi valori in un determinato ambito, ma siamo altrettanto pronti a violarli appena svoltato l'angolo. C'è, poi, la contraddizione che nasce da superficialità o dalla tutela dei propri vantaggi. Diciamo quello che pensiamo perché vogliamo farci vedere liberi e sicuri, mentre sarebbe ben più necessario il pensare prima di dire, magari per poi tacere. La tradizione rabbinica ha, al riguardo, una battuta folgorante che ben s'adatta non solo a certi politici ma a molti: «Il sapiente sa quel che dice, lo stolto dice quello che sa».
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