Certe vite ne contengono in se stesse altre. Non che non accada sempre, per come ogni esistenza conosce fasi, mutamenti, fratture. Ma di sicuro esistono vite che più di altre fanno da contenitori a segmenti diversi, anche frastagliati. L’attrice inglese Glenda Jackson aveva cinquantasei anni quando lasciò i set cinematografici per dedicarsi all’attività politica come parlamentare del partito laburista. Si trovava all’acme della sua maturità di donna e dei suoi successi come attrice, eppure la passione civile e l’impulso a impegnarsi per il suo Paese furono in lei più forti. Quand’era ancora molto giovane, all’inizio della carriera nel cinema, le erano stati assegnati due premi Oscar, ma lei non si era presentata per ritirarli. Già lì, nei luminosi esordi, sentiva che qualcosa di quello stile di vita troppo scintillante non le apparteneva. Ci fu anche una terza stagione, un terzo segmento nella sua vita. Sulle soglie degli ottant’anni, sentendo di essere diventata troppo vecchia interruppe l’attività parlamentare. E tornò a recitare, questa volta sui palcoscenici dei teatri. Non recitava da venticinque anni. Fece teatro e televisione. Nuovi riconoscimenti, di svolta in svolta, a celebrare la sua vitalità meravigliosa. © riproduzione riservata