giovedì 26 maggio 2016
Milano - Arriva alla fine di maggio. Nelle mattine limpide, alle 8 e 50 minuti, e ogni giorno un minuto prima: fino al 21 giugno, quando sembra fermarsi, e poi lentamente comincia a arretrare. È il raggio di sole che soltanto in questo periodo dell'anno ce la fa a sbucare da dietro il tetto di un palazzo qui accanto, e si affaccia in questo stretto e ombroso cortile di Milano: e lo trasfigura, rendendolo un altro. Io, che ogni anno lo aspetto, lo chiamo "il mio raggio".Sfiora le foglie scure e turgide della magnolia, e le mie due piccole rose, sul balcone. Poi, alzandosi il sole, il raggio raggiunge una parete interna di questo palazzo di inizio Novecento, e ne accende di colpo il giallo sbiadito, quasi che la casa iniziasse un'altra vita. E ora entra nella mia camera, esposta a nord est, e la colma di una luce quasi bianca. Sfiora il quadro della Madonna sul muro e poi si allarga sul letto, dove i gatti stavano ad aspettare il raggio, e lo accolgono socchiudendo gli occhi, beati. Poi li riaprono, lucenti, le pupille strette da piccole fiere predatrici.Piace anche a me come a loro stare dentro a questo giovane raggio, e contemplarne l'oro. Me ne viene un'ebbrezza, come una strana allegria bambina. Come se un mondo vecchio e doloroso in una mattina come questa rinascesse, innocente, intatto. Come se la fiammata di papaveri rossi che incontrerò lungo il viale che costeggia il Parco Sempione – non coltivati da nessuno eppure ardenti, tra la povera erba degli spartitraffico – fosse anche quella il marchio di questa giornata di maggio: bellezza donata e gratuita, generosamente sparsa, per chiunque la voglia riconoscere. Come se il profumo dei primi gelsomini che esala dalle siepi dei giardini fosse una promessa, per chi la sappia ascoltare.Certe mattine di maggio riecheggiano le lodi mattutine: "La Luce, che in te dissipa le tenebre/ l'origine dei secoli precede;/ e dona trasparenza a ogni cosa/ in Sé rinnova tutto l'universo". La luce che precede l'origine dei secoli: quando sarà partito dal sole, questo mio raggio? In un tempo per me perdutamente incalcolabile. Eppure eccolo puntuale, al 20 maggio, presentarsi in questo piccolo cortile grigio – quasi, bussare. Eccolo posarsi sui gerani alle finestre, sulle ringhiere arrugginite, sugli scalini umidi della cantina: giovane e spavaldo in questa vecchia casa dove tanti hanno vissuto e sono morti, radioso, a ricominciare la vita, daccapo.Non vorrei mai, a quest'ora, avere le imposte ancora serrate, avere ancora gli occhi chiusi. Senza vedere, dentro al nostro mondo abituato, la silenziosa irruzione di un nuovo mattino di maggio, come un miracolo.
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