“Tv Storia”, a lezione tra passato e presente
martedì 5 dicembre 2017
«Vedremo soltanto una sfera di fuoco, più grande del sole, più vasta del mondo...». Così Francesco Guccini nel lontano 1967 cantava la paura dell'atomica. Passati cinquant'anni, il rischio si riaffaccia con le minacce del dittatore nordcoreano Kim Jong-un nel braccio di ferro con il presidente americano Donald Trump. In tanti si chiedono se bisogna avere di nuovo paura della bomba. Se lo sono chiesti anche a Rai Cultura con il programma Tv Storia, che al rigore storiografico abbina il racconto televisivo, che per l'appunto può passare anche dalla musica. In onda su Rai Storia il venerdì alle 21,10 e in replica più volte tra il sabato e la domenica, Tv Storia è scritto e condotto da Massimo Bernardini, che firma il programma con numerosi altri autori tra cui lo storico Giovanni De Luna. Bernardini nasce come esperto di musica e come tale non poteva che affidare la sigla a Ivano Fossati e introdurre il tema della prima puntata con uno dei brani più noti di Guccini (Noi non ci saremo) e chiudere con un'intervista allo stesso cantautore emiliano oltre che con le parole di papa Francesco sul disarmo. Nel mezzo spazio agli esperti (lo stesso De Luna, il politologo Giovanni Andornino, illuminante sulla Corea del Nord, e il fisico nucleare Maurizio Martellini), ma anche tanta vecchia tv con immagini e programmi che raccontano e restituiscono lo spirito del tempo. In questo sta la forza di Tv Storia. La riprova si è avuta nella seconda puntata di venerdì scorso, quando per parlare di immigrazione si è ricorsi meno al repertorio. Ma quando lo si è fatto, le cose sono cambiate. Basti pensare alle immagini dell'agosto 1991 con l'arrivo nel porto di Bari del mercantile Vlora con ventimila albanesi a bordo stipati dappertutto, persino in cima agli alberi della nave. Un evento drammatico che i più maturi ricordano benissimo, ma che molti giovani ignorano. Ancora una volta sono le teche Rai a fare la differenza. Rivedere una puntata di Teatro inchiesta, che negli Anni Sessanta coniugava documentario con ricostruzione teatrale affidata a grandi attori, è addirittura un'emozione. Per non parlare di Mario Soldati che in un cinegiornale a cura di Cesare Zavattini invita i “suoi simili” ad avere paura o Alessandro Blasetti che firma un reportage sugli italiani immigrati in America.
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