Trattori italiani, un comparto da 10 miliardi grazie al "volo" dell'export
domenica 24 giugno 2018
Le macchine agricole italiane corrono in tutto il mondo e segnano il passo in Italia. Questione di competitività e di qualità ad alti livelli da una parte e di fragilità del sistema agricolo nazionale dall'altra. Questa, almeno, appare essere la diagnosi degli osservatori del settore. Attorno al "problema italiano", agli strumenti per affrontarlo ma soprattutto alle sfide che si presentano sugli altri mercati, si discuterà certamente nell'ambito dell'Assemblea 2018 di FederUnacoma, l'associazione delle industrie del comparto, prevista dopodomani a Bologna. Per ora rimangono i numeri con cui confrontarsi.
L'industria italiana delle macchine agricole vale ormai oltre 10 miliardi di euro e miete successi in tutti i continenti: oltre il 70% del fatturato arriva dalle esportazioni. E non potrebbe che essere così, visto che a crescere in termini generali sono stati i mercati mondiali ed europei. Basta pensare che, stando ai dati di Agrievolution, nel 2017 nel mondo sono state vendute oltre due milioni di trattrici: metà in India e Cina. In Europa sono state vendute circa 190mila unità, il 13% in più rispetto all'anno prima. Certo, in questo caso a spingere in alto è stata la cosiddetta Mother Regulation, la nuova normativa che fissa, dal 1 gennaio di quest'anno, nuovi vincoli tecnici per alcune tipologie di macchine agricole (prevalentemente i trattori), e che ha costretto le case costruttrici a forzare le immatricolazioni. Una spinta che ha fatto sentire i suoi effetti anche in Italia. Che tuttavia rimane al palo. Al di là del picco di vendite di dicembre 2017-gennaio 2018, il mercato italiano è infatti in fase negativa da oltre dieci anni, a causa della riduzione del numero di imprese agricole e dei redditi agricoli e quindi del livello degli investimenti. FederUnacoma prevede per la fine dell'anno un assestamento delle vendite, ma il divario rimane forte. Ed è per questo che dopodomani si ragionerà non solo degli strumenti per far ripartire (forse) il mercato interno, ma soprattutto di quelli che potrebbero servire per conquistare ancora più spazio sui mercati che continuano a crescere e che vengono considerati emergenti: Indonesia, Tailandia, Vietnam, Filippine e Australia.
Insomma, quello delle macchine agricole italiane è davvero l'esempio di settore con radici profonde nel Paese ma con testa e braccia ormai ovunque. Con un segreto che è alla base di tutto: grande flessibilità ed ampiezza di gamma che consente alle nostre imprese di offrire tecnologie adatte a qualsiasi tipo di agricoltura. Tutto sta adesso nella capacità di coltivare il successo e, magari, tornare anche a vendere di più in Italia.
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