martedì 25 ottobre 2005
La tolleranza dovrebbe essere una fase transitoria. Deve portare al rispetto. Tolleranza è offendere.Sono ricorso anche in passato più volte alle Massime e riflessioni del grande poeta tedesco Goethe. Vi attingo pure oggi con questo detto che introduce una distinzione significativa. Da un lato, c"è la tolleranza, un atteggiamento molto caro alla cultura illuminista (famoso è l"elogio che di essa ha composto Voltaire). Certo, di fronte al razzismo, alla xenofobia, alla reazione ostile nei confronti di tutto ciò che è diverso, ben venga la tolleranza che è indulgenza e accettazione di qualsiasi opzione differente purché si collochi nel quadro di un comportamento umano, etico e sociale accettabile.Tuttavia ha ragione il celebre autore del Faust quando esprime una riserva sulla tolleranza pura e semplice, invitando a passare a un"altra attitudine, quella del rispetto. Certo, deve esserci sempre un confine da osservare, definito dalle leggi dello stato e da una morale di base generalmente condivisa. Entro questo perimetro è positivo passare dalla mera sopportazione allo sforzo di comprendere, al paziente dialogo con l"altro, alla longanimità nel giudicare, al rispetto appunto. Usi e costumi, visioni del mondo, esperienze culturali e religiose possono essere simili a uno spettro colorato: ognuno di noi deve tenere ben ferma la barra sulla concezione che ha scelto coscientemente, deve praticarla e testimoniarla con coerenza; ma al tempo stesso è necessario che conosca e rispetti quelle prospettive che non fanno saltare quell"arcobaleno ma che sanno coesistere ed esprimersi accanto alle altre.
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