Tiri Mancini La Nazionale non parla più l’italiano
sabato 25 marzo 2023
Dove eravamo rimasti? Ci siamo chiesti alla vigilia di Italia-Inghilterra, primo match di qualificazione per gli Europei del 2024. Noi ricordavamo forte e chiaro di una notte magica a Wembley, 11 luglio 2021, con gli Azzurri di Roberto Mancini che in finale battono (ai rigori) l’Inghilterra di Southgate e alzano sotto il cielo di Londra il secondo titolo europeo della storia della Nazionale. Poi c’è stata una mezza rivincita, ancora a favore dell’Italia: settembre 2022, a San Siro superati ancora gli inglesi in Nations League (1-0, gol di Raspadori). Non c’è due senza tre? No, per noi non c’è.
Al Maradona giovedì sera la vera eurorivincita va alla selezione dei Tre Leoni che vince 2-1 e riapre il fronte dei sospetti sull’Italia manciniana. Dopo il primo tempo, sotto di 2 gol, il partito degli anti-Mancini chiedeva già l’esonero immediato come quello cotto e servito dal Bayern Monaco al povero Nagelsmann (al suo posto Tuchel). Poi nella ripresa a salvare, a metà, la patria c’ha pensato Mateo Retegui con un gol da bomber di razza. L’uomo Tigre (il club in cui gioca) a dispetto delle radici italiche non mastica un parola di italiano, ma in compenso parla bene la lingua universale dei goleador. E la prima marcatura al debutto dell’oriundo mascherato rianima anche Mancini che si scusa (specie con i napoletani abituati a vedere ben altro calcio dagli azzurri di Spalletti) per il brutto primo tempo dei suoi ragazzi. È solo la prima, e gli ottimisti ricordano che persino l’Argentina campione del mondo al debutto in Qatar perse clamorosamente con l’Arabia Saudita, 1-2. E poi volete che gli azzurri non centrino almeno il 2° posto del girone C? Ma su, le altre avversarie sono Malta, Ucraina e Macedonia del Nord? Ecco, sulle prime due, l’Ucraina e Malta prossima avversaria domani sera, potremmo anche dormire sonni tranquilli, ma con la Macedonia del Nord il precedente ci turba. Il 22 marzo 2022, con il famelico gol di Trajkovski i macedoni ci hanno clamorosamente sbattuti fuori dai Mondiali. La storia non si può ripetere due volte di fila, ribatte la commissione tecnica del bicchiere mezzo pieno. Possibile, ma intanto l’Italia è rimasta fuori dai Mondiali per due edizioni di seguito, 2018 e 2022. Nel primo caso il capro espiatorio, l’ex ct Giampiero Ventura, è stato immediatamente depennato dall’albo del calcio italiano. Mancini invece, forte dell’immunità per il titolo europeo, ha salvato il posto e ora si ripresenta con questa “Little Italy” (bello il titolo di Repubblica) molto sperimentale e anche “poco italiana”. L’ex portiere Luca Marchegiani ha lanciato l’ennesimo sos alla Figc: «In azzurro si dovrebbe giocare per nascita o almeno per tradizione. Io auspico un accordo per creare più convocabili nelle nostre squadre».
Da Napoli l’invito è: scordiamoci subito il passato. Da ricordare però la statuina di terracotta della bottega di San Gregorio Armeno del maestro Ferrigno che ha riprodotto lo storico abbraccio tra i “fratelli d’Italia” Mancini e Viall in quella notte magica di Londra. Ecco, abbracciamoci forte anche noi, 60 milioni di ct, e proviamo a ripartire. © riproduzione riservata
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