Tema serio, forse un buon film, di certo una richiesta sconcertante
venerdì 8 maggio 2015
L'ultima storia di Chiesa e comunicazione che ho inseguito sulla Rete è davvero strana. Parto da una notizia sul sito di «Noi siamo Chiesa» (http://tinyurl.com/l9jlrlo): un documentario sui «problemi del celibato dei preti», dal titolo accattivante – «Uomini proibiti» – è stato ammesso al Biografilm Festival, autorevole rassegna internazionale di imminente realizzazione a Bologna. Mi interessa: ho abbastanza anni, sufficiente amicizia con preti e consacrati e non meno esperienza giornalistico-religiosa per saper rispettare il fenomeno di un prete che ama una donna ma, essendo ordinato nella Chiesa latina, deve scegliere se rinunciare al sacerdozio o al matrimonio, nonché per inquadrare il dibattito sull'opportunità di cambiare o no la disciplina del celibato ecclesiastico, e penso che un buon documentario, forse più che una buona fiction, potrà aiutare l'opinione pubblica a ragionare sulla questione, che certamente lo merita.): un documentario sui «problemi del celibato dei preti», dal titolo accattivante – «Uomini proibiti» – è stato ammesso al Biografilm Festival, autorevole rassegna internazionale di imminente realizzazione a Bologna. Mi interessa: ho abbastanza anni, sufficiente amicizia con preti e consacrati e non meno esperienza giornalistico-religiosa per saper rispettare il fenomeno di un prete che ama una donna ma, essendo ordinato nella Chiesa latina, deve scegliere se rinunciare al sacerdozio o al matrimonio, nonché per inquadrare il dibattito sull'opportunità di cambiare o no la disciplina del celibato ecclesiastico, e penso che un buon documentario, forse più che una buona fiction, potrà aiutare l'opinione pubblica a ragionare sulla questione, che certamente lo merita.Quando passo sul sito che presenta il film (http://tinyurl.com/o2taq2h ), scritto e diretto da Angelita Fiore, mi sorge qualche perplessità: l'impianto pare un po' debole, trovo qualche accento scontato e un paio di affermazioni sgrammaticate. Ma è solo il sito di un progetto da realizzare, non è il film, che in effetti ancora non esiste. E qui arriva la sorpresa: migrando sul sito del crowdfunding (http://tinyurl.com/omrwn95 ), gli accenti diventano militanti: leggo, con sconcerto, che «l'obiettivo della raccolta fondi è quello di completare il film nelle sue fasi di post-produzione» – e fin qui tutto chiaro – ma non tanto per farlo uscire, bensì «per farlo vedere a papa Francesco», dipinto come se, anche in questo campo, fosse in procinto di una riforma, e col quale hanno a che fare persino alcuni dei gadget promessi a fronte della donazione. Ecco, di strumentalizzazioni dei Papi ne ho viste diverse, in questi trent'anni, ma farne, per 5mila euro, l'inconsapevole testimonial di un film che ancora non c'è...
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