Super Mario evangelizzatore? Cosa insegnano il gioco e il film
domenica 30 aprile 2023
Ho letto con curiosità la recensione “Quattro insegnamenti del film Super Mario (l’ideale da vedere con la famiglia!)”, firmata da María Claudia Arboleda e pubblicata su Catholic-Link (bit.ly/3LBgYCR ). Catholic-Link è infatti il mega-portale (con sede negli Stati Uniti ma scritto da e pensato per utenti ispanofoni) che attinge «fonti per la nuova evangelizzazione» ai grandi e secolarizzati pozzi della cultura popolare: video musicali, spot, anime, programmi e serie tv e, appunto, film. Mi ritengo un buon conoscitore (attraverso i miei figli: “non ho l’età” per averci giocato direttamente) dei videogiochi e dei mondi di Super Mario, e come tale mi sono divertito a rivivere quei loro giochi attraverso il film, ma non avevo mai riflettuto sulla sua etica. L’autrice del post spiega così il successo della pellicola, che viaggia rapidamente verso il miliardo di dollari di incassi (17,2 milioni di euro solo in Italia): «Super Mario Bros. è stato una parte importante dell'infanzia di molti adulti di oggi, e non solo della loro infanzia»; il film «risveglia il bambino che è in loro». Di qui Arboleda procede illustrando i valori di cui il mondo di Super Mario è pieno e ciò che, giocando, lei stessa ne ha guadagnato, per concludere con i «quattro insegnamenti» promessi dal titolo del post. La fratellanza: «Mario e Luigi sono fratelli e rimangono uniti nelle difficoltà, facendo del loro meglio per avere successo insieme». Il valore «di partire da zero e di diventare più forti a ogni passo», apprendendo dai propri errori. Obiettivi «inquadrati nello sforzo e nella necessità di trionfare di fronte al male» e di trarre da sé stessi il meglio. L’importanza del gruppo: «Siamo più forti quando contiamo sugli altri». Valori cristiani, ma anche semplicemente umani. Da parte mia aggiungo due tratti che gli autori del film sono stati forse “costretti” ad aggiungere al protagonista dei videogiochi e ai suoi amici, ma che lo hanno arricchito in umanità. Il primo: dal film si apprende che Mario è una persona comune, con nemmeno troppa autostima; diventa “super” spinto dalle circostanze e dai sentimenti. Il secondo: mentre il Mario dei videogiochi può morire e risorgere infinite volte, grazie alle “vite” guadagnate prova dopo prova, quello del film ha una vita sola. Ma è pronto a darla per amore. © riproduzione riservata
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