sabato 16 aprile 2005
Seno di bosco discende/ al ritmo di montuose fiumare./ Questo ritmo mi rivela Te,/ il Verbo Primordiale./ Com"è stupendo il Tuo silenzio"/ Adamo era solo, col suo stupore,/ tra le creature senza meraviglia/ per le quali esistere e trascorrere era sufficiente./ L"uomo, con loro, scorreva/ sull"onda dello stupore!
S"intitolava "Torrente" ed era la prima lirica che apriva il Trittico romano, la raccolta poetica che Giovanni Paolo II aveva pubblicato nel 2003. Essa rifletteva il suo amore per la montagna, i boschi, i ruscelli. Anzi, in quei versi si cercava di seguire il chioccolio ritmico di  torrente che scende di balza in balza lungo un pendio ombroso. E quella scena di solitudine e di pace idealmente veniva rannodata con la scena primordiale della creazione quando «Adamo era solo, col suo stupore». Di fronte a questa immagine di serenità due sono le sensazioni che il Papa vorrebbe trasmetterci.La prima è quella del silenzio, dell"isolamento che cancella banalità e chiacchiera, che alona l"anima permettendole di meditare e di evadere dall"ovvio e dalle cose secondarie. Solo così può sbocciare la preghiera di contemplazione che, come diceva Savonarola, ha per padre il silenzio e per madre la solitudine. La seconda emozione che questi versi esaltano è quella della meraviglia interiore: si ripetono appunto parole come «stupendo, stupore, meraviglia». Noi abbiamo perso la capacità dei stupirci, di guardare la realtà con occhi puri,  come quelli del bambino e del poeta. Dobbiamo, perciò, purificare lo sguardo, sostare nella quiete, abbandonare la mera logica dell"utile. Silenzio e stupore, però, hanno per il Papa una meta suprema, scoprire il «Verbo Primordiale», ossia il mistero di Dio e della sua Parola, celata nel creato.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: