«La mia situazione purtroppo non è per niente buona. Anzi, è catastrofica». Inizia così la lunga lettera (quattro fogli protocollo scritti in maiuscolo) di Massimo A.. Abita in una media città del Nord-Est, ha moglie e 5 «bellissimi figli», dai 13 anni agli 11 mesi. Il secondo, Matteo, ha un lieve ritardo mentale e con il fratello maggiore vive con i nonni. La giovane coppia di sposi (lui ha 36 anni, la moglie 34) è particolarmente fragile e non ha i mezzi per allevare i figli: Massimo da un anno si impegna in piccoli lavoretti di trasloco, giardinaggio, ritiro del ferro. Manca però un lavoro vero, una entrata fissa, le bollette nel frattempo si accumulano e l'affitto della casa popolare è in arretrato di quasi un anno. «Mi sono dato da fare in ogni modo, pensando al meglio ma purtroppo ora sto toccando il vero fondo. Solo guardando i miei figli spero che si riaccenda una luce per dare una vita normale alla mia famiglia». La parrocchia e i servizi sociali stanno cercando di aiutare Massimo affidandogli lavori di pubblica utilità, che però durano pochi mesi. Ogni tanto l'Associazione famiglie numerose fa un versamento a favore di Massimo e dei suoi bambini, soldi che se ne vanno immediatamente in latte, pannolini e cibo. «Colloqui ne ho fatti a decine, spero che qualcuno mi chiami, ci andrei con un piede, l'importante più di tutto è trovare un lavoro. Se mi potete aiutare vi ringrazio con tutto il cuore, ci manca un po' di tutto, dal bagnoschiuma alla carta igienica, dal latte ai panni». Si può aiutare Massimo a tirare avanti, nella speranza che trovi presto un lavoro, anche con un piccolo contributo sul ccp 15596208 intestato ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce", P.zza Carbonari 3, Milano. Gli assegni devono essere intestati ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce". Si può anche effettuare un bonifico a favore di Avvenire, "La voce di chi non ha voce", conto n. 12201 Banca Popolare di Milano, ag. 26, cod. IBAN IT65P0558401626000000012201.
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