“Soliti ignoti”, idea che coinvolge
venerdì 20 settembre 2019
I Soliti ignoti sono i soliti. A dire il vero gli ignoti cambiano ogni sera, ma l'access prime time di Rai 1, il programma che traghetta il telespettatore dal Tg1 alla prima serata, è sempre lo stesso. Il meccanismo è arcinoto: un concorrente deve indovinare la professione o comunque quello che fanno o hanno fatto nella vita otto persone sconosciute, tranne una, generalmente un attore o un presentatore, che è lì per promuovere il suo film o l'inizio del proprio programma televisivo. Alla fine il concorrente deve anche indovinare con chi degli otto sia imparentato il cosiddetto parente misterioso. L'unica novità di questa stagione, dopo il "binocolone" introdotto l'anno scorso, è il "dubbione" (alla faccia della fantasia). Il concorrente, dopo aver fatto la sua scelta e aver abbinato il parente misterioso a una delle otto identità, ha dieci secondi di tempo per cambiare idea. Ma per farlo dovrà rinunciare a metà del montepremi. Un escamotage per aggiungere un pizzico di suspense all'ultimo tuffo e ridurre il montepremi. Ai Soliti ignoti, infatti, non si vince spesso e quando lo si fa si raccatta poco. Rarissime le vincite di qualche centinaio di migliaia di euro. Il che vuol dire che il programma funziona per altri motivi e non per l'entità della vincita, che invece ha sempre contribuito a supportare il successo dei quiz in tv. La forza di questo game-show, che comunque appassiona i telespettatori e costa il giusto, sta in una questione molto semplice: il coinvolgimento delle persone a casa che a loro volta provano a indovinare le identità o commentano le decisioni dei concorrenti. Un merito va anche al conduttore, in questo caso Amadeus, che qui è un vero e proprio regista in campo. È lui a dettare i ritmi e a trasformare in battuta le situazioni. Il tutto all'insegna della leggerezza. Importante anche il casting, ovvero la scelta dei concorrenti, mai a caso. Il fatto che poi il programma sia registrato permette ulteriori limature in fase di montaggio. L'unico dubbio è sulla resistenza nel lungo periodo, mentre nel breve c'è da chiedersi se Amadeus riuscirà a mantenere la concentrazione senza pensare al sogno di tutti i presentatori che sta per realizzarsi: la conduzione di Sanremo.
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