Sensibili alla questione-migranti se comprendiamo che è un'odissea
domenica 25 settembre 2016
Non è piaciuta a Rino Cammilleri, che le dedica una svogliata recensione su Nbq (tinyurl. com/zbh8z2y), la miniserie Lampedusa, appena trasmessa della Rai. Ne parlo per il fatto che, sebbene la prospettiva della fiction sia nell'insieme aconfessionale, per essere sicuro di farsi capire il critico la bolla con qualifiche che alludono, per così dire, alla Chiesa, come «cattocomunismo bergogliano», «ponti e non muri» e «sentimentalismo in salsa coop-caritas», oltre all'immancabile «buonismo». Qualifiche che, oggettivamente seppure involontariamente, sottolineano il ruolo di papa Francesco e della Caritas nel contribuire a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione-migranti.È piaciuto invece al sito web di Nigrizia ( tinyurl.com/j7s7bkf ), e francamente è piaciuto anche a me, il video sul quale è imperniata la campagna social The Space Migrant. L'ha appena lanciata Save The Children, organizzazione umanitaria aconfessionale, «per sensibilizzare sul tema dell'accoglienza ai bambini soli in fuga da guerre, povertà e persecuzioni». È un filmato professionale di due minuti, progettato e realizzato da un'agenzia (la Arnold WorldWide Milano) e interpretato da attori. Descritte in breve e con sobria partecipazione le insormontabili difficoltà che un minore del Sud del mondo incontra se costretto a emigrare, il video cambia registro e passa a illustrare con ottimismo la risposta possibile: fare di questi minori degli astronauti e inviarli nel cosmo. Negli ultimi frame si torna al registro iniziale, col messaggio «Per molti giovani migranti la vera odissea non è nello spazio». Ci sono anche un hashtag, #SpaceMigrant, e un'immagine-simbolo da scaricare e condividere insieme al video ( tinyurl.com/zb7ot3f ). Mi è piaciuto perché l'intenzione dichiarata di "provocare" e far breccia per le vie digitali in un'opinione pubblica pregiudizialmente divisa sulla questione-migranti (ricordiamo le polemiche sul recupero degli annegati?) passa per una robusta ironia. Ma sospetto che nemmeno questa salverà la campagna dall'accusa di «buonismo» eccetera.
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