Se ci si chiede che cosa significhi per un padre essere misericordioso
domenica 5 giugno 2016
In tema di Chiesa, Rete e opinione pubblica c'è una vicenda che in questi giorni sta avendo per protagonista Aldo Maria Valli, vaticanista del Tg1 che stimo e che mi è caro. Sul suo blog personale ( http://tinyurl.com/zvdxpgs ) prima ha scritto di «Francesco, Europa, Islam», poi de «La Chiesa e la logica del “ma anche”» e infine una più personale «Lettera agli amici». Tutti e tre gli interventi esprimono «perplessità circa Amoris laetitia e altre affermazioni di papa Francesco». Il profilo pubblico del giornalista fa sì che le sue parole finiscano per tracimare su alcuni quotidiani che amano enfatizzare le polarizzazioni tra chiunque (cattolico) e il Papa. Frattanto, sui rispettivi blog, ecco un dialogo tra Valli e il teologo Andrea Grillo ( http://tinyurl.com/z4u846t ) avviarsi in termini costruttivi (ma poi rischiare di cadere in stallo).Non molti, credo, ricorderanno che durante il pontificato di Benedetto XVI, al quale aveva dedicato l'inequivocabile volume «La verità del Papa: perché lo attaccano, perché va ascoltato», lo stesso Valli si era speso in una critica alla scelta di papa Ratzinger di farsi trasportare durante le liturgie su una pedana mobile che gli era costata anche violentissime rappresaglie digitali. Ora, dopo diversi e altrettanto inequivocabili titoli (almeno 5) dedicati al pontificato bergogliano, mette in discussione alcune sue selezionate parole che gli paiono scivolare verso il «relativismo» del «non solo, ma anche». L'accostamento dei due episodi consente – anche a chi non lo conoscesse – di non dubitare della libertà interiore e dell'assenza di calcoli che lo muovono in questi casi. E dunque, mentre sinceramente non condivido nessuna delle perplessità di Valli, gli esprimo una grande comprensione per la cruciale domanda: «Che cosa significa, per un padre, essere misericordioso?». Che egli, con una certa evidenza, non rivolge né a Dio né al Papa, ma a sé stesso, agli amici e a ciascuno di noi.
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