Savino e gli anni '90, non tutto è “special”
venerdì 19 gennaio 2018
Vedendo '90 Special, il nuovo show condotto da Nicola Savino per cinque mercoledì in prima serata su Italia 1, vengono in mente due cose: la prima che si deve a Carlo Conti molta della tv attuale; la seconda che a Claudio Cecchetto si devono molti dei cantanti e dei conduttori di successo. A Conti (in parte anticipato dall'Anima mia di Fazio-Baglioni) si deve l'idea di riportare in tv il passato in forma di migliori anni e non solo. In tanti lo giudicano con sufficienza, ma poi si scopre che anche una tv orientata verso un pubblico più giovane come Italia 1 si affida alla solita idea portando in scena gli anni Novanta per farli rivivere a chi li ha vissuti e raccontarli ai nativi del terzo millennio. A Cecchetto si devono invece Jovanotti, Fiorello, Gerry Scotti, Amadeus e chi più ne ha più ne metta. Tanto quanto basta a Savino, anche lui “ragazzo” di via Massena mitica sede di Radio Deejay, per inaugurare il suo primo programma da one man show con ex colleghi che rispondono appunto ai nomi di Lorenzo Cherubini e di Rosario Fiorello. Mica poco. Si capisce così che il ritorno di Savino a Mediaset non poteva limitarsi a una conduzione condivisa de Le iene. Dietro c'era questo. Ma non è tutto oro quello che luccica. Lo vedremo. Intanto diciamo che '90 Special intende ripercorre i volti, la musica, i film, gli spot, i format tv, così come gli oggetti, le mode e i fatti di cronaca che hanno caratterizzato il decennio di fine secolo scorso. Ad affiancare Savino, ci sono la comica Katia Follesa e i reduci dal Grande fratello vip Ivana Mrazova e Cristiano Malgioglio (il ruolo di quest'ultimo è ancora da chiarire, a parte l'essere diventato come il prezzemolo). In studio anche Max Novaresi per raccontare aneddoti e curiosità e il “collezionista” Ruggero de I Timidi (nome d'arte di Andrea Sambucco) con oggetti, dischi e giochi del periodo. Un mix messo insieme un po' alla rinfusa, ma anche in modo simpatico, almeno fin verso mezzanotte, quando lo show potrebbe pure chiudere. Due ore e mezzo sono più che sufficienti. Invece, si va avanti. E manco a dirlo, come ospite arriva Rocco Siffredi. Partono doppi sensi a non finire (ma anche sensi troppo finiti) e giochini ideali per guardoni di vecchie tv locali. Peccato. Savino può fare di meglio. Bastava comunque smettere prima e depennare alcuni ospiti tra i fissi e gli occasionali.
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