Santi e ambiente digitale, i postulatori si organizzano
domenica 27 maggio 2018
Stimolata da una domanda di Emilia Flocchini, che il 24 maggio l'ha intervistata per "La Croce" ( tinyurl.com/ybqd98ez ), Lodovica Maria Zanet, postulatrice nei processi per le cause dei santi e saggista, riflette sul ruolo e il peso delle nuove tecnologie nelle cause di beatificazione e canonizzazione, con particolare riferimento alla posta elettronica, alle conversazioni scambiate attraverso i vari servizi di messaggistica e ai profili sui social network. Per buona parte la risposta è proiettata nel futuro: pur potendo contare già nelle file dei servi di Dio un "millennial" dotatissimo per l'informatica, Carlo Acutis, non c'è ancora stata l'occasione di mettere insieme un'esperienza di questo tipo.
Possiamo dunque immaginarci i postulatori di domani alle prese con i telefonini dei futuri beati o con i motori di ricerca, oltre che con i documenti cartacei e le testimonianze dirette? Le prospettive più realistiche vengono individuate da Zanet su due fronti. Uno è quello dell'attestazione anche digitale di una fama di santità e di martirio già in atto, e non fa una piega: è del tutto evidente come, nel bene e nel male, i social network abbiano fatto propri, amplificandoli, i meccanismi del passaparola attraverso i quali, appunto, una fama, buona o cattiva che sia, si diffonde.
L'altro è quello della dimostrazione dell'eroicità delle virtù. Sebbene questa emerga «da un "fare" più che da un "dire"», argomenta Zanet, nel caso di cristiani che abbiano preso posizione con coraggio «su questioni di fede e di morale» anche ciò che essi hanno pubblicato o diffuso in Rete potrebbe comprovare «una certa fortezza». Per le altre virtù cardinali e per quelle teologali, viene da aggiungere, per ora è meglio soprassedere: sarebbe già sufficiente se riuscissimo a praticarle in Rete nel grado ordinario.
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