Quest'aspra primavera e il volo di Yaroslava
mercoledì 23 marzo 2022
Purtroppo, l'ennesima conferma di quanto questo periodo sia difficile, faticoso e triste è la difficoltà nel continuare a parlare di sport mentre il mondo sta impazzendo. Eppure il senso di questa rubrica è proprio quello di tentare, partendo da un momento di sport, di interpretare la contemporaneità. Sarebbe bello festeggiare un weekend sportivo che ci ha fatto ritornare all'ultima indimenticabile estate: il trionfo della Ferrari a Shakir, nel Gran Premio del Bahrain; la conferma di Marcell Jacobs, l'uomo più veloce del pianeta diventato, dopo l'oro olimpico, campione del mondo nei 60 metri indoor, a Belgrado; la storica vittoria della nostra nazionale di rugby a Cardiff, nel torneo Sei Nazioni, dopo sette anni e trentasei sconfitte consecutive, grazie a una giocata magica all'ultimo giro di orologio di un mingherlino ventiduenne italo-francese di origine napoletana che si chiama Ange Capuozzo. Insomma, in tempi normali sarebbe stato un weekend da incorniciare e ricordare a lungo.
E invece il momento che consegna alla storia questo weekend sportivo è scritto nel sorriso di una ragazza di vent'anni che si chiama Yaroslava Mahuchikh e si è laureata campionessa del mondo indoor nel salto in alto. Yaroslava, una dei soli sei atleti ucraini che sono riusciti a raggiungere Belgrado per gareggiare, aveva raccontato il suo viaggio e il suo Paese in guerra lasciato alle spalle. «Ci sono voluti più di tre giorni per arrivare qui. Centinaia di telefonate, numerosi cambi di direzione, esplosioni, incendi e sirene dei raid aerei. Mi piacerebbe pensare che non sia un incubo, ma è la realtà nel mio Paese. È la realtà della guerra», ha detto al sito web della Federazione europea di atletica leggera prima dell'inizio delle gare. «Abbiamo lasciato Dnipro tre settimane fa, appena è scoppiato il conflitto, per stabilirci in un piccolo villaggio non lontano da casa. Nessuno pensava di allenarsi in quel momento perché eravamo costretti a passare giorni in cantina seguendo minuto per minuto le notizie di Kiev, Sumy e Kharkiv».
Eppure, qualche volta lo sport riesce a generare piccole storie di speranza. Questa ragazza, volata a 202 centimetri di altezza e subito corsa ad avvolgersi nella bandiera gialloblu, ha il merito di farci continuare a sperare che, nonostante tutto, sia possibile farcela. Che sia possibile, nonostante la testa rapita da pensieri difficili persino da immaginare, nonostante l'essere stremati dalla fatica, senza allenamento da settimane, con il suono di sirene ed esplosioni nelle orecchie, volare sopra un'asticella regalando al proprio Paese una piccola gioia (non sappiamo neppure se nei sotterranei di Mariupol, Kharkiv, Kiev e Odessa la notizia sia arrivata) e tutto ciò che tu sai fare al meglio. Mentre sportivi ucraini stanno lasciando le loro racchette da tennis, i loro guantoni o scarpette da calcio per imbracciare un fucile, Yaroslava ha deciso di difendere la sua terra facendo nel modo migliore ciò che sa fare: saltare il più in alto possibile, vincere e sorridere.
Un bellissimo fiore di questo bruttissimo inizio di primavera.
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