giovedì 20 marzo 2008
Pasqua di Risurrezione
del Signore - Anno A

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. (...)

Inizia l'immensa migrazione degli uomini verso la vita, pellegrinaggio infinito che il Vangelo abbrevia nei gesti e nelle parole di Maria di Magdala, che esce di casa quando è ancora notte, quando è ancora buio nel cuore.
«Gesù apparve per primo a Maria dalla quale aveva cacciato sette demoni». Quale statura ha intuito in lei? Che non ha niente tra le mani, non porta aromi come le altre donne, non ha il vaso di nardo come l'altra Maria, che ha soltanto una storia triste alle spalle, e un'attesa ardente?
Mi conforta il fatto che così sono anch'io. Non ho nulla fra le mani da offrire al mio Signore, forse solo qualche lacrima, delle storie tristi, peccati senza grandezza e senza dolore. Ma ora sento che la mia povertà non è un ostacolo ma una risorsa per l'incontro; che la mia debolezza non è un impedimento ma una opportunità per incontrare il Signore della vita. Unica condizione: patire la sua assenza. Come la sposa del Cantico che «lungo la notte cerca l'amato del suo cuore», così Maria si ribella all'assenza di Gesù: «amare è dire: tu non morirai!» (Gabriel Marcel). L'amore la prepara a intuire, forse il cuore già ode un rotolìo profondo di pietre smosse.
E vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. La pietra, sigillo della morte definitiva, è smossa, il sepolcro spalancato, vuoto e risplendente nel fresco dell'alba. E fuori è primavera. Qualcosa si muove in Maria: timore, ansia, un fremito, un'urgenza che cambiano di colpo il ritmo del racconto. Corse allora" Può correre ora perché sta nascendo il giorno, deve correre perché è il parto di un universo nuovo. Corre perché l'amore ha fretta, non sopporta indugi. Corre da Pietro e dall'altro discepolo, e le sue parole bruciano i tempi, anticipano la fede. Non dice: hanno portato via il corpo di Gesù. Ma: hanno portato via il Signore! Senza volerlo già parla di Gesù come del Signore e come di un vivente.
«Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro». Corrono, e non è per fede, forse confusamente germina un bisogno, un'antica speranza, un'illogica ansia rimasta accesa, l'amore dato e ricevuto. Lasciarsi amare è il luogo della rivelazione di Dio! Infatti il discepolo dell'amore passivo, quello che Gesù amava, corre più in fretta, arriva per primo alla fede, perché, secondo un detto medievale, «i giusti camminano, i sapienti corrono, ma gli innamorati volano».
(Letture: Atti degli Apostoli 10,34a.37-43; Salmo 117; Colossesi 3,1-4; Giovanni 20,1-9)
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