mercoledì 20 aprile 2005
Io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: ciò che legherai sulla terra sarà legato anche nei cieli e ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.
È d'obbligo in questo giorno che scandisce in modo festoso e glorioso la storia della Chiesa, riproporre il celebre brano "petrino" di Matteo (16, 17-19). Tre sono i simboli che lo reggono e che sono alla base della Chiesa fondata su Cristo, «pietra angolare», e su Pietro, «pietra» visibile nel tempo e nello spazio. Il primo è appunto la roccia: Pietro coi suoi successori rende esplicita nella storia la fondazione della Chiesa su Cristo. Come scriveva un biblista, «dandole un fondamento, Gesù non ha inteso lasciare i suoi seguaci isolati e dispersi ma ha voluto raccoglierli in una comunità organizzata», la Chiesa che ha nel Papa il suo segno visibile di unità.Le «chiavi» sono il secondo simbolo e incarnano il potere su una casa, una città, un regno nonché sull'interpretazione di un testo ("la chiave di lettura"): in Pietro, allora, si esercita un'autorità giuridica e di insegnamento a cui i fedeli devono riferirsi. Collegato a questo è il terzo simbolo: «legare e sciogliere» indica certamente il potere di perdonare i peccati nel nome del Signore, ma abbraccia pure la funzione di ammonire e formare i cristiani nella loro vita morale. È, allora, al nuovo Papa che oggi si puntano non solo gli occhi dei fedeli per scorgerne il volto ma si orientano anche i cuori e le menti perché egli ci guidi e ci confermi nella fede nel Signore risorto, vivente in mezzo a noi col suo Spirito liberatore e santificante.
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