Quanta confusione sul Postmoderno (che è pure già finito da un pezzo)
sabato 1 maggio 2010
Noto con stupore che anche i critici giovani, militanti e informati continuano a usare il termine "postmoderno" come se il fenomeno e l'epoca fossero tuttora in corso. In realtà, per capire il presente la categoria di postmoderno è inutilizzabile: eppure ancora si organizzano convegni per decidere a che punto siamo: chi è oggi postmoderno e chi invece no, se il ritorno all'impegno sociale e politico può essere postmoderno o invece è la sua antitesi. Nonostante la vasta bibliografia internazionale sull'argomento, il termine, soprattutto in Italia, è stato sempre usato male. È uno dei sintomi, credo, della denutrizione teorica e storiografica che caratterizza molta critica recente. Ripeto in sintesi la mia opinione. Il postmoderno è due cose: è Postmodernismo (una particolare ideologia) e Postmodernità (un'epoca che comprende tendenze contrastanti). Non si dovrebbero confondere le due cose e va sempre precisato di quale si parla. Il Postmodernismo-ideologia è modernità andata a male, poi accademizzata, replicata, sdrammatizzata e ridotta a gioco estetico: è fondamentalmente il primato dell'estetica come arte combinatoria anche in filosofia e in sociologia. La Postmodernità è invece un periodo storico: è l'Occidente europeo e americano a partire dagli anni Quaranta. In letteratura e arte contiene di tutto: Auden e Camus, Morante e Lampedusa, il Neorealismo e la Neoavanguardia, Pasolini e Calvino, Bacon e Warhol, il neomarxismo e lo strutturalismo, l'ultimo Montale, l'ultimo Buñuel, García Márquez e Grass, Pinter, Kubrick, Enzensberger, Bloom... Ma sia il postmodernismo che la postmodernità sono finiti. Il loro essere "post" implicava una precisa coscienza della modernità. A partire dagli anni Novanta (a volte già prima) i nuovi autori prescindono dalla modernità, non la sentono, la ignorano. Per loro il primo Novecento è remoto quanto l'Ottocento o il Medioevo. Da vent'anni perciò siamo nell'età della Mutazione. Nessun genere culturale è quello che era mezzo secolo fa.
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