Per avere più cibo ci vogliono gli alberi
domenica 13 novembre 2022
Non solo pane ma anche alberi. E tanti alberi. Che servono per contrastare il cambiamento climatico e, alla fine, avere condizioni produttive più equilibrate, quello che occorre per produrre più cibo per tutti. Comparto delicato e strategico, quello della forestazione e del vivaismo che, per questo, ha ricevuto anche attenzioni da parte del Pnrr oltre che, non da oggi, dalla ricerca. La previsione è fatta dai coltivatori diretti: in virtù dei fondi europei dovrebbero arrivare 6,6 milioni di nuovi alberi funzionali a creare «corridoi verdi fra città e campagne, mitigare le isole di calore in estate, rafforzare il terreno contro le bombe d’acqua e ripulire l’aria inquinata dallo smog». Anzi di più, Coldiretti insieme a Federforeste e Assofloro ha già elaborato un piano per dare vita, attraverso gli alberi, ad una «connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali», come ha dichiarato il presidente dei coltivatori Ettore Prandini. Progetto ambizioso e importante, anche per una prospettiva di sviluppo diversa per un settore, quello del florovivaismo, che vale circa 2,5 miliardi di euro, garantisce 200mila posti di lavoro, 30mila ettari di territorio coltivati da 21.500 imprese coinvolte, ma che comunque ha a che fare con una situazione produttiva e di mercato non facile. Poi c’è la ricerca, che in Italia ha esempi d’eccellenza proprio nel settore della forestazione. Ed esiste un collegamento preciso tra produzione agroalimentare e foreste: la biodiversità. In un colloquio con GeorgofiliINFO, il notiziario di informazione dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, Fabio Salbitano, responsabile di uno dei centri nazionali dedicati alla biodiversità forestale collocato presso l’Università di Firenze, non ha esitato a sottolineare: «È sempre più chiaro come, anche in foreste gestite, debbano essere adottati criteri per la conservazione e l’incremento della biodiversità». Gestire bene un bosco appare essere così un buon investimento. Una prospettiva da perseguire con determinazione e che ha anche forti ricadute economiche, ma per la quale servono ricerca e fondi dedicati. Qualcosa che fa bene anche alla produzione di cibo. L’equilibrio tra foreste gestite correttamente e produzione alimentare è però importante (oggi anche per i risvolti energetici), perché tutto nell’agroalimentare è strettamente collegato. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: