sabato 10 giugno 2023
Tanto amore per Reggio Calabria. Dove l’Italia sembra finire e poi rinascere oltre lo Stretto. Dal lungomare Gabriele D’Annunzio in una camminata sul falso crinale, all’improvviso, richiamato da un segnale misterioso, mi volto indietro verso l’entroterra degli alberi con profonde radici intrecciate e i vecchi grandi alberghi dismessi: alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso mia madre, venditrice ambulante insieme a mio padre lungo tutto il Paese, aprì una di queste finestre, vide i traghetti, sentì lo stridìo dei gabbiani e ringraziò il cielo perché aveva appena saputo dal ginecologo che presto avrebbe avuto il primo figlio. E così, quando incontro gli studenti del liceo scientifico “Leonardo da Vinci” o quelli del liceo classico “Tommaso Campanella”, in aule magne affollate e festose e chiedo loro cosa vogliano fare nella vita, ho l’impressione di tornare indietro nel tempo, come se nelle risposte che mi danno, ritrovassi il segno più tangibile di quella continuità fra passato, presente e futuro sulla quale Sant’Agostino fondava la sua visione del mondo. Eccoli ancora qui davanti ai miei occhi i ragazzi del “San Vincenzo de’ Paoli”, carichi di passione, e quelli che hanno sbagliato, nel carcere di Arghillà, confinati nei blocchi di cemento grigio con la testa china sul petto. © riproduzione riservata
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