Nella musica di Gounod risuona la spiritualità della vera preghiera
domenica 22 gennaio 2006
Charles Gounod (1818-1893) è stato il compositore di musica sacra più prolifico nella Francia del XIX secolo, ma la sua produzione di carattere religioso viene perlopiù esclusivamente indentificata con l'Ave Maria da lui concepita sul "Primo preludio" del Clavicembalo ben temperato di Bach; un tanto breve quanto celebre pezzo vocale che, in soli pochi minuti, racchiude in modo sintetico e paradigmatico l'intera concezione artistica e spirituale del maestro parigino. Di un autore che, al fianco alla stesura di capolavori teatrali come Faust o Roméo et Juliette, ha dedicato tempo e risorse alla composizione di opere liturgiche o alla guida di svariate compagini corali amatoriali sempre con un solo, preciso intendimento: puntare dritto al cuore del messaggio cristiano ed evitare inutili e irriverenti orpelli estetizzanti. Durante i suoi soggiorni a Roma, Gounod era entrato in stretto contatto con l'antica musica da chiesa italiana e, in particolare, con gli ideali di classicità "tridentina" propugnati dal sommo Palestrina, i cui principi stilistici di purificazione e rigorosità avevano esercitato su di lui una profonda influenza. In quest'ottica, la raccolta di Musiche sacre impaginata dal direttore Hans-Joachim Lustig e dal coro da camera I Vocalisti affianca alcune tra le pagine maggiormente meditative, intimistiche e significative, a torto peraltro considerate minori e marginali, dello sconfinato corpus di musica ecclesiastica di Gounod (cd pubblicato da Carus e distribuito da Jupiter). Come le Messe brevi con accompagnamento d'organo n. 5 ("Aux séminaires") e n. 7 ("Aux chapelles"), il cui linguaggio diretto, semplice e immediato si dimostra strettamente legato al ritmo stesso della parola liturgica, ma come anche i canti natalizi Noël e Béthléem, intrisi di poetica devozione, o l'adattamento "a cappella" (solo voci, senza strumenti) delle Sette parole di N. S. Gesù Cristo sulla croce, attraversato da continui fremiti di tormento e passione; gli esercizi spirituali di un autore che sognava di ridare splendore all'arte religiosa francese senza dover ricorrere ad allusioni mondane o effetti spettacolari, ma semplicemente esprimendo con solennità, rigore e partecipazione il senso autentico della preghiera in musica.
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