Munro e Roth non scriveranno mai più? Si diffonde allora un'allarmata meraviglia
sabato 6 luglio 2013
La settimana scorsa è circolata nei supplementi letterari una voce che ha suscitato, mi sembra, un'allarmata meraviglia. Due famosi e amati scrittori, Alice Munro e Philip Roth, hanno annunciato che non scriveranno più, considerano conclusa la loro attività letteraria. Entrambi hanno superato la soglia degli ottant'anni, hanno scritto molto, forse non hanno più molto da dire. È possibile che siano stanchi. Scrivere romanzi è (o era) una fatica. Richiede una grande concentrazione e senza dubbio cambia la vita. Alice Munro ha detto che smettendo di scrivere potrà condurre finalmente una vita più normale: cosa che può attrarre soprattutto un narratore che allo studio minuzioso e approfondito della vita quotidiana ha dedicato le sue energie.La narrativa moderna nasce con la scoperta della "normalità" e con l'analisi delle passioni di "persone comuni" (Robinson Crusoe, Emma Bovary, Zeno Cosini) in situazioni eccezionali o prevedibili. Si è detto mille volte: l'eroe moderno è quasi sempre un antieroe. Il romanzo è un'epica dell'esistenza che sembra insignificante e all'improvviso si autorivela, si "epifanizza".Ma è interessante il fatto che smettere di scrivere susciti sorpresa. Ma come? (si pensa) hai la fama, vendi decine di migliaia di copie e decidi di smettere? Oggi tutti vogliono scrivere. In alcune recenti occasioni di "mondanità letteraria" mi sono accorto che quasi tutte le persone con cui parlavo avevano scritto romanzi (di solito non meno di cinque) ed erano occupati a concluderne un altro.«Che cosa deve fare uno scrittore, se non scrivere?» mi disse una volta Enzo Siciliano. Difficile dargli torto. Che altro poteva dire un allievo di un superproduttore letterario come Moravia? C'è la produttività di autori che scrivono libri come le piante danno fiori e frutti. Ma c'è anche la produttività ansiosa da presenza pubblica. Se non firmi un altro romanzo ogni anno o due, ti viene il panico di non esistere. Perdi visibilità. Aiuto!Che bello fare il critico. Non esisti comunque, vivi una vita normale e nessuno ti conosce.
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