Ma Calasso esclude Socrate e Gesù con il connubio germanesimo-induismo
sabato 16 marzo 2013
Ieri sulle pagine culturali del "Corriere della sera" e di "Repubblica", dominava Roberto Calasso. Per i cinquant'anni dell'Adelphi, Calasso ha pubblicato L'impronta dell'editore, un volume di saggi sul fare libri, su come e perché sceglierli secondo una logica inconfondibile. Non bisogna essere originali né fare sforzi d'immaginazione per dire che Calasso è stato in Italia l'editore più ispirato e geniale: colto fino ai più sofisticati gradi di erudizione e informato con una prontezza di scopritore che nessun altro è riuscito a uguagliare.Fino agli anni Ottanta, la sua "impronta" di editore faceva pensare a una combinazione di raffinatezza e di esoterismo, come se la mente di questo demiurgo editoriale oscillasse fra un costume di massima severità e l'esibizione di una mondana frivolezza. In lui si combinavano il mistico e il dandy: l'uomo di mondo (che non deve scandalizzarsi di niente) e il sapiente profondo (per il quale tutto il bene e tutto il male erano già scritti nei più antichi libri sacri). Ma oltre che alchimista e mago, oltre che uomo di mondo e dandy (che per spirito di perfezione si fa fotografare sempre di profilo) Calasso è stato un implacabile combattente. I suoi nemici sono stati l'illuminismo progressista, il marxismo e il populismo, la sinistra rivoluzionaria e riformista, l'engagement politico, la casa editrice Einaudi, che credette di censurare Nietzsche e, sullo sfondo, il Cristianesimo, religione dei vinti e del Dio crocifisso. La tradizione occidentale dell'Adelphi prevede quella orientale e anzi la predilige (i sapienti vedici e gli dèi greci sono i più ammirati da Calasso) ma esclude, dato che Nietzsche li esclude, sia Socrate che Gesù…Questo all'inizio e per Calasso scrittore. L'editore invece è poi uscito dal connubio germanesimo-induismo: ecletticamente ha pubblicato Simenon e Gadda, Kierkegaard e Nabokov, Weil e Colette, Croce e Berlin, Meister Eckhart e Kipling. Ha pubblicato perfino tutte le opere di Severino e Cacciari. Che caduta di gusto!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: