mercoledì 18 gennaio 2006
Tante volte la Chiesa appare logora e malconcia, e spesso sembra che abbia squarci sull'armatura e, qualche volta, nello spostarsi da un secolo all'altro scricchiola un po'. Ma il logorio, gli strappi, e buchi e la ruggine sono degli uomini e non di Dio. Si apre oggi la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani: l'immagine spesso adottata per rappresentare la situazione della cristianità è quella della «tunica senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo» che Gesù crocifisso aveva dovuto lasciare ai piedi della croce. I soldati avevano deciso di «non stracciarla ma di tirarla a sorte» per conservarla nella sua integrità (Giovanni 19, 23-24). Purtroppo questo non è accaduto alla Chiesa storica che, come scrive Bruce Marshall nel romanzo A ciascun uomo un soldo (Jaca Book), si presenta «logora e malconcia», segnata da squarci, strappi e buchi. Lo scrittore giustamente osserva che queste lacerazioni nascono dagli uomini, dai cristiani appunto, dal loro peccato. Si apre, così, un discorso ben noto sulla Chiesa santa in sé e redenta dal sangue di Cristo ma fatta di uomini deboli e miseri. Su questo paradosso si regge la storia della comunità ecclesiale che anela alla luce, al bene, alla pienezza della vita divina, ma che è al tempo stesso pesante nel suo cammino, impacciata dalle cose che trascina con sé, immersa nella società umana che ora la strattona, ora la emargina, ora la cattura a sé. Da un lato, è necessario invocare Dio, il pastore supremo delle anime, che la prenda per mano, la sottragga al fascino dell'orgoglio e del possesso, la raccolga dalle dispersioni e divisioni. Ma, d'altro alto, anche noi dobbiamo tener fisso lo sguardo a quel volto, affidando la nostra nella sua mano, mentre attraversiamo la valle oscura del tempo e dello spazio, in attesa di essere accolti nella «città stabile e futura».
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