martedì 20 dicembre 2005
Un giorno ho spedito a una decina di amici un telegramma che diceva: «Fuggi immediatamente. Hanno scoperto tutto». Ebbene, tutti quegli amici hanno lasciato la città senza pensarci due volte.In italiano si è coniata l"espressione "coda di paglia" per bollare chi, pur ostentando sicurezza e onestà, sa di avere la coscienza sporca (non per nulla in inglese si dice semplicemente to have a guilty conscience e in francese ne pas se sentir la conscience tranquille). Lo scherzo tirato ai suoi amici da quel terribile personaggio che era lo scrittore americano Mark Twain  (1835-1910) è, al riguardo, emblematico. Appena ricevuto quel messaggio, tutti si erano premurati di correre ai ripari, ben sapendo di avere qualche scheletro nell"armadio (e anche questa è una vivace e illuminante locuzione italiana che ha, però, il parallelo anche nelle altre lingue).Alla base c"è l"ipocrisia, un vizio che autoassolve e autogiustifica ma che non riesce a rendere tranquilla la coscienza quando essa è tutt"altro che limpida. D"altronde, lo stesso Twain ironizzava sulla cosiddetta buona educazione perché, in ultima analisi, secondo lui «consiste nel nascondere quanto bene pensiamo di noi stessi e quanto male degli altri». Cristo, come è noto, è stato severo e sferzante nei confronti degli ipocriti perché il loro orgoglio li rende coriacei, avvolgendoli in una cappa d"oro invalicabile, sotto la quale si nascondono le vergogne. Gesù ricorreva all"immagine dei «sepolcri imbiancati, belli a vedersi all"esterno, ma dentro pieni di ossa di morti e ogni putridume» (Matteo 23, 27). E allora per tutti è necessario un esercizio impietoso: quello dell"esame di coscienza e della sincerità, sapendo di avere tutti qualche macchia nascosta.
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