Le nuove indennità per i volontari del Soccorso alpino del Cai
martedì 8 agosto 2017
Ogni anno 8.000 escursionisti e appassionati della montagna devono la vita al Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico del Cai, il Club alpino italiano. È questa la media degli interventi di soccorso, anche in grotta, che il Corpo assicura da più di 60 anni grazie alla dedizione, senza limitazioni di giornate o di orari, di oltre 20 mila tecnici volontari. Se svolgono un'attività lavorativa (legge 162/92), i soccorritori volontari ricevono un'indennità giornaliera che compensa la perdita del reddito per le giornate impegnate nelle operazioni di soccorso e nelle periodiche esercitazioni per testare l'efficienza del personale e dei materiali di soccorso.
Un decreto del 20 giugno scorso ha aggiornato per il 2017 l'importo di questa indennità che sostituisce il mancato reddito per chi svolge un'attività autonoma. La previdenza riconosce come "autonomo" sia i soggetti sia le attività che non rientrano strettamente nel lavoro dipendente. Il nuovo importo mensile è di 2.138,36 euro (viene calcolato sulle retribuzioni del settore industria) a cui corrispondono 97,22 euro giornalieri per chi fa la settimana corta, oppure 82,26 euro per la settimana piena. Si tratta di importi non esaltanti, inoltre non sono indennizzate le giornate festive salvo che l'interessato lavori ordinariamente proprio in queste. L'indennità costituisce anche una modesta forma di incentivazione per l'adesione di nuovi volontari, che altrimenti potrebbero essere frenati dalle preoccupazioni sulla propria continuità professionale.
Dipendenti privati. I dipendenti del settore privato hanno il diritto di assentarsi dal lavoro nelle giornate impegnate per il Corpo nei soccorsi e nelle esercitazioni e conservano la normale retribuzione, regolarmente pagata dal datore di lavoro, il quale può chiederne il rimborso all'Inps. I dipendenti pubblici sono invece legati ad un orario di servizio che deve essere regolarmente osservato, tenendo anche conto che il soccorso alpino e speleologico è regolato separatamente dalle attività di protezione civile.
Guide alpine. Non è un lavoro comune accompagnare gli alpinisti negli ambienti di alta montagna e garantire la sicurezza e l'incolumità dei clienti. Col supporto di valenti studi sulla materia, una proposta di legge (C/4506 - Marguerettaz) intende dichiarare come «usurante» l'attività delle guide alpine, con tutti gli effetti pensionistici. L'alterazione dei ritmi biologici, l'esposizione ai raggi solari in alta quota, il sovraccarico dell'apparato osseo, un continuo stress psicologico, espongono infatti le guide ad una "usura" e ad un altissimo rischio di patologie croniche e invalidanti.
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