Le 98 cose che Facebook sa di noi
venerdì 9 settembre 2016
Se la privacy nel mondo digitale non fosse una cosa serissima, stavolta verrebbe da sorridere. A parole tutti sembrano non essere interessati all'argomento (per la serie: «Tanto io non ho niente da nascondere») ma nei fatti il solo annuncio che WhatsApp avrebbe passato a Facebook il numero di cellulare degli iscritti al servizio di messaggistica – per inviare informazioni più mirate (leggi: soprattutto pubblicità) – ha mandato in tilt gli utenti. Preoccuparsi della privacy (e pretenderla) è cosa buona e giusta. Meno il preoccuparsi ogni tanto e per un'unica (pur non banale) intromissione. Negli stessi giorni in cui gli italiani riempivano i social con gli allarmi su WhatsApp, il Washington Post ha rivelato che Facebook raccoglie ben 98 dati su ogni utente, senza che chi frequenta il più grande social del mondo se ne renda conto. Si va da quelli più "scontati" (come localizzazione, età, sesso, lingua) sino a quelli più privati. Ogni cosa che raccontiamo di noi sui social, diventa un dato da vendere alle agenzie di pubblicità e marketing. Ecco alcuni dei più clamorosi: reddito dell'utente; proprietà di case e tipo; valore della casa; dimensioni della proprietà; nuovo lavoro; è in attesa di diventare genitore; madre e tipo di madre (apprensiva, ossessionata dall'igiene, iperprotettiva, attenta all'alimentazione...); orientamento politico; datore di lavoro; tipo di ufficio in cui l'utente lavora; tipo di azienda; intende acquistare un'auto (e che tipo/marca e quando); stile e marca dell'auto guidata; quanto è probabilmente disposto a spendere per la prossima auto; ha fatto donazioni benefiche (suddivise per tipo); se è un pioniere nell'adozione di nuove tecnologie; se è un investitore (con suddivisione per tipo d'investimento); quante linee di credito ha; usa attivamente carte di credito, ha sospesi sulla carta di credito; tipologia di abbigliamento acquistata in famiglia; periodo dell'anno di maggiore spesa in famiglia; compra cibo (e quali tipi); compra prodotti di bellezza; compra medicinali per allergie, tosse/raffreddore, analgesici e medicinali da banco; compra prodotti per bambini o animali domestici (e quali tipi di animali); appartiene a famiglia che acquista più della media; tipologia di ristoranti frequentati; tipologia di negozi frequentati; viaggia frequentemente per lavoro o piacere; tipologia di vacanze abituali.L'elenco, ovviamente, è ancora lungo. Se per caso vi è venuta un po' di voglia di ribellarvi, sappiate che c'è un sistema. Per scoprire e modificare alcuni macrodati (non tutti) che Facebook ha raccolto su di noi, basta andare a questo link https://www.facebook.com/ads/preferences/?entry_product=ad_settings_screen e cancellarle uno o tutti. Allo stesso modo c'è anche un piccolo "trucco" per potere cancellare la nostra attività su Google. Occorre andare a questo link https://myactivity.google.com/myactivity?hl=it&ent=r&utm_source=udcResta un "però", grande come una casa. I dati che cancelliamo, probabilmente non saranno più trasmessi ai nuovi investitori, ma nessuno – né Facebook né Google né nessun altro social o servizio web – ci garantisce che quelli che abbiamo lasciato fino ad oggi non siano già stati venduti e che non saranno rivenduti. Siete ancora sicuri che il problema stia nel non comunicare a Facebook il numero di cellulare collegato a WhatsApp?
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