La scure Ue: 35 miliardi a rischio
sabato 24 settembre 2011
L'agricoltura europea rischia di perdere 35 miliardi di euro per i prossimi sette anni. Un taglio pesante, troppo pesante, che ha destato l'allarme del comparto e, in particolare, del mondo della cooperazione agricola. La scure arriverebbe da Bruxelles con la proposta di bilancio per il periodo 2014-2020 presentata dalla Commissione Europea, e potrebbe essere addirittura più pesante, fino a sfiorare i 50 miliardi, nel caso in cui non si riuscisse a sfruttare tutte le risorse stanziate al di fuori del quadro finanziario ma dedicate all'agricoltura.
Il pensiero della cooperazione – espresso questa settimana da Fedagri-Confcooperative nel corso dell'audizione presso le Commissioni riunite di Bilancio, Tesoro, Programmazione e Politiche dell'Unione europea della Camera – è chiaro. L'Europa ha deciso di puntare su nuove misure e nuovi strumenti, «intento nobile che si realizza però in un momento in cui si avrebbe bisogno di certezza e stabilità». E non solo, perché, sempre secondo la cooperazione, «proprio mentre si sta portando a compimento una riforma della Politica agricola comune che punta a razionalizzare la spesa, a semplificare le procedure, ad attivare processi virtuosi che consentano un maggior controllo sulle frodi dovremmo al contrario aumentare il sostegno ai nuovi paesi dell'Est-Europa che hanno una forte componente agricola».
Concorrenza fra Paesi, dunque, ma non solo. Ciò che preoccupa sono le conseguenze anche a livello sociale e non solo italiano. Il taglio previsto, contrasterebbe con la situazione di crisi che sta vivendo uno dei Paesi che percepisce maggiori contributi agricoli, la Grecia, dove negli ultimi due anni si è registrata una crescita del numero di aziende agricole di oltre il 7%, segno che l'agricoltura viene interpretata come un settore rifugio per tutti coloro che si sono trovati senza lavoro. La cooperazione punta il dito anche su altro. Proprio quando l'agricoltura viene chiamata a far fronte alla sfida più importante del prossimo decennio, quella dell'approvvigionamento alimentare che dovrà garantire cibo a sufficienza a una popolazione mondiale che cresce al ritmo di 200mila persone al giorno, si taglierebbero i fondi determinanti per la sua esistenza.
Poi c'è l'Italia. Per Fedagri il nostro Paese sarebbe doppiamente penalizzato: oltre al calo generale della spesa agricola complessiva, potrebbe subire un ulteriore riduzione del sostegno per effetto della ridistribuzione delle risorse verso i nuovi Paesi dell'Ue. Da qui la richiesta pressante del mondo cooperativo. Tutte le Istituzioni italiane devono «chiedere con forza» che nell'ambito della prossima riforma venga garantito un plafond finanziario per il nostro Paese adeguato al valore dell'agricoltura che esso rappresenta. Il dato su cui basarsi è semplice e chiaro: l'Italia da sola pesa per oltre il 12% dell'intero valore della produzione agricola europea. Il problema però, è l'attenzione da parte del Governo.
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