mercoledì 6 agosto 2014
«Se un uomo in sogno attraversasse il Paradiso e gli dessero un fiore come prova d'esserci stato, e al risveglio si trovasse con quel fiore in mano… e allora?». Samuel Taylor Coleridge, che pone questa domanda enigmatica, è il grande poeta inglese autore del capolavoro della poesia romantica, la Ballata del vecchio marinaio. Esploratore dell'anima del mondo, e del sogno, suo messaggero. In questo caso l'uomo si desta con un fiore, prova del Paradiso che ha sognato. Come reagisce, al suo racconto, la comunità? Non solo: che decisione prende egli stesso, credere alla verità del suo sogno o lasciarselo alle spalle, con un sospiro? Qui non ci troviamo nella situazione, canonica tanto nel mondo occidentale - da Platone a Shakespeare a Fellini - quanto in quello orientale - dal Maabaratha al Tao a Kurosawa -, di credere o meno a un sogno, con tutto ciò che ne consegue. Qui si tratta di credere o meno alla prova di un sogno, alla conchiglia che il marinaio sostiene di avere raccolto sulla spiaggia di un'isola lontana. Esiste davvero quell'isola? Se esistesse, il marinaio vi è davvero approdato? Ognuno di noi vede gli uccelli in volo e ne ode le voci. Come vede e ascolta la voce del mare, e ammira il mistero della rosa. Prove di un disegno divino, meraviglioso? O illusioni? Il dramma, la scelta primaria dell'uomo.
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