martedì 29 marzo 2022
La primavera a Milano è esplosa in una notte. Sono scoppiati i germogli dei peschi, i ciliegi sono nuvole bianche come spose nel cemento delle periferie. Sembra un golpe la primavera, tanto è arrivata improvvisa e scandalosa.
Nell'aria tiepida, al centro commerciale di piazzale Accursio pare una festa. Mamme, nonni, passeggini: tutti fuori. La primavera chiama. Una coda lunghissima, paziente, attende il suo turno per comprare il gelato. Nell'angolo dei fiori c'è baraonda, come se le donne debbano portarsi a casa qualcosa che germoglia. E occhieggiano nelle vetrine i vestiti leggeri, e chiari. Le donne, sorrido – siamo sempre così vive. Allora mi viene in mente una foto sul sito della Bbc, appena prima della guerra. Era una giovane soldatessa ucraina, in Donbass. Sono pronta, diceva, sono ansiosa di difendere il mio Paese. Una ragazza coraggiosa, ho pensato. Nella foto la soldatessa, senza trucco, bellissima, teneva in braccio un mitra. Lo teneva, sembrava, con dolcezza, come si terrebbe un bambino. Con quel viso puro sembrava una Madonna cinquecentesca. Ma quale figlio abbracciava, e quasi cullava.
Io trovo assolutamente giusto difendersi da un invasore, giusto proteggere le proprie case e i propri figli. Cosa mi feriva allora in quella foto? Non so dirlo esattamente.
Come la sensazione di un ordine stravolto, di un ordine sovvertito.
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